Data: 19/07/2016 16:00:00 - Autore: Marina Crisafi

di Marina Crisafi – Pugni, calci, schiaffi, ginocchiate in faccia e la testa sbattuta sul cofano di una macchina, per poi essere lasciato a terra agonizzante. Il tutto, mentre gli amici dell'aggressore riprendevano ogni attimo col telefonino pubblicando un video su Youtube e postandolo su Facebook. È questo ciò che ha subito Luca Isoni, un disabile di 37 anni di Olbia, davanti alla discoteca "La Luna" di San Teodoro, dove era andato accompagnato proprio dall'aggressore e dai suoi complici, credendo fossero amici.

Ma il barbaro pestaggio non resterà impunito.

La macchina della giustizia si è messa in moto e dopo aver trovato l'aggressore, è alla ricerca di coloro che stavano a guardare.

I rischi per tutti sono molto pesanti, sia dal punto di vista civile che penale. A partire dalle lesioni aggravate, all'omissione di soccorso, fino alle aggravanti per la premeditazione e i futili motivi.

Il che non servirà certo a far guarire prima le ferite fisiche e psicologiche di Luca, che si porterà dietro gli strascichi di quanto avvenuto per tutta la vita, ma, almeno, fungerà da deterrente per i vari "bulli" della "generazione dei selfie" fermando altri episodi di questa gravità.

Vediamo nel dettaglio i tratti della triste vicenda e le conseguenze civili e penali per i responsabili.

La vicenda di Luca

Un sabato sera. Luca, un disabile di 37 anni, decide di uscire dalla struttura di cui è ospite, cosa che non fa mai, per andare in discoteca con un amico. Un amico fidato. Ma all'uscita sarà proprio lui a picchiarlo e a lasciarlo quasi esanime nel parcheggio della discoteca, dove Luca viene soccorso dai buttafuori che hanno chiamato il 118.

Alla famiglia, l'uomo racconta di essere caduto dalla moto, ma 4 giorni dopo i familiari e le forze dell'ordine scoprono la verità: un video infatti postato su Youtube e su Facebook mostra ogni attimo del pestaggio. Si vede una persona con il braccio fasciato guardare la telecamera come per attendere il via e poi avivicnarsi a Luca e colpirlo più e più volte, lasciandolo poi a terra privo di sensi.

Vicino all'aggressore ci sono altre persone, si sentono delle voci e nessuno fa niente, anzi si sente anche ridacchiare e poi qualcuno, una voce femminile che dice "adesso basta". Il video fa il giro dei social, ovviamente, diventa virale.

Sul caso, ora, stanno lavorando alacremente le forze dell'ordine di Olbia, Sassari e Nuoro, intanto, "noi abbiamo voluto rendere pubblica la storia per smascherare chi ha avuto il coraggio di aggredire senza una ragione mio fratello. Non sappiamo nemmeno perché non ci abbia detto la verità" racconta, come riporta l'Ansa, Manuel fratello e amministratore di sostegno di Luca. Non si può escludere che Luca abbia anche ricevuto minacce.

"Stiamo cercando di dare una spinta affinchè questa vicenda venga chiarita – afferma l'avvocato della famiglia Isoni, Nicola Di Benedetto - Questa è la generazione dei selfie, ma tutti devono capire che non possono verificarsi episodi di questa gravità". La cosa più grave e impressionante è che "l'aggressore di Luca fosse un suo amico – prosegue il legale – per questo il pestaggio è stato totalmente imprevisto e inaspettato. Ora attendiamo ora che la procura faccia i suoi passi, ci aspettiamo sia fatta giustizia".

"Noi chiediamo solo giustizia per mio fratello, siamo in una fase di attesa, ma abbiamo fiducia nelle istituzioni e andiamo avanti a testa alta" continua Manuel Isoni.

Grazie al tam tam scatenato, il responsabile del pestaggio, un 27 sassarese con precedenti è stato riconosciuto e denunciato. Gli inquirenti sono ora alla ricerca del resto del gruppo di sei giovani, tra cui tre donne, che hanno assistito al brutale atto di violenza senza intervenire e aiutare Luca.

Le indagini in ogni caso, come dichiarato dal comandante del reparto territoriale dei carabinieri di Olbia, Alberto Cicognani "sono coperte da segreto istruttorio sino a quando la procura non le avrà chiuse". Il corposo fascicolo, contenente tutti gli elementi sinora raccolti, è stato inviato infatti alla procura di Nuoro, competente per territorio.

Identificato il responsabile del pestaggio

Anche grazie al video e all'"autodenuncia" su Facebook, il responsabile della violenza ai danni di Luca Isoni è stato individuato e denunciato. Si tratta di B.A., 27 anni, sassarese e, come risultato agli atti, "amico" di Luca.

L'aggressore ha chiesto pubblicamente scusa per quanto commesso, sul suo profilo Facebook, pubblicando le seguenti parole: "Come pubblicamente è stato il male, sarà anche il bene, perciò chiedo umilmente scusa al ragazzo a cui ho fatto del male, sottolineo non è un invalido, e che l'accaduto non è privo di motivazioni se pur ugualmente ingiustificabile. Scusa alla mia famiglia e scusa agli amici e non, che hanno dovuto vedere questo video".

Il post è stato dapprima rimosso poi il profilo è stato chiuso definitivamente.

Rimangono ancora a "piede libero" le persone, probabilmente 6, tra cui anche tre ragazze, che hanno osservato e filmato il pestaggio. Gli accertamenti per individuarle sono ancora in corso.

I rischi civili e penali dei responsabili

Luca Isoni ha riportato dalle violenze subite la frattura del piatto tibile e una contusione alla mascella, oltre a diverse ferite sul volto.

L'imputazione, attesa dalla famiglia come parte civile, "è quella di lesioni dolose gravi aggravate dalla premeditazione, dalla crudeltà e dai futili motivi" ha dichiarato l'avvocato Di Benedetto. "Ma spetta alla Procura di Nuoro formalizzare l'accusa, noi attendiamo che la giustizia faccia il suo corso".

L'autore dell'aggressione, ad avviso del legale, in ogni caso, "potrebbe essersi macchiato del reato di lesioni dolose gravi, a cui si dovrebbe sommare l'aggravante della premeditazione: dalle immagini, infatti, si vede il 27enne avvicinarsi alla vittima e solo in quell'istante inizia la registrazione che riprende il pestaggio". Non solo a profilarsi è anche la crudeltà, perché l'aggressore ha infierito sulla vittima anche quando questa era già a terra, indifesa. Poi ci sono i futili motivi: in quanto ad oggi non si comprende cosa abbia scatenato una tale violenza, atteso che Isoni si fidava di quel ragazzo con il quale era uscito la sera prima.

In ultima analisi, per il legale, "c'è l'omissione di soccorso, in quanto Luca è stato lasciato a terra ferito". Omissione di soccorso, che vale ovviamente anche per tutti gli altri "amici" rimasti a guardare senza intervenire di fronte al barbaro atto.

Si ricorda che la lesione personale grave, ex art. 583 del codice penale, prevede la reclusione da tre a sette anni che, con l'aggravante della premeditazione, può portare all'aumento della pena da un terzo alla metà. A ciò si aggiungono i futili motivi previsti dall'art. 61, n. 5 c.p., e non si esclude inoltre l'aggravante della minorata difesa, visto che l'aggressione è avvenuta a danno di un disabile.

Quanto all'omissione di soccorso, ex art. 593 c.p., la pena è della reclusione fino a un anno o della multa fino a 2.500 euro. Per l'autore della lesione personale, inoltre, la pena è aumentata.

Senza contare infine che a carico dei responsabili scatterà anche il risarcimento danni conseguente all'illecito civile.

In definitiva, il barbaro atto costerà molto caro sia all'autore del fatto che ai suoi complici.


Tutte le notizie