Data: 11/08/2016 15:00:00 - Autore: Marina Crisafi

di Marina Crisafi - Spiagge libere per almeno il 60%, premi per la qualit� della gestione, canoni adeguati, trasparenza controlli e legalit�. Sono le proposte avanzate da Legambiente, per la riforma delle concessioni demaniali marittime e lacustri.

Sulla questione, come noto, � intervenuta la Corte di Giustizia Europea il mese scorso bocciando la proroga automatica decisa dal nostro paese fino al 31 dicembre 2020. Con il d.l. enti locali, si � trovata una "soluzione ponte" in attesa dell'avvio dell'iter di riforma che dovrebbe iniziare dopo la pausa estiva (leggi: "Il d.l. enti locali � legge. Tutte le novit�") ma "la sentenza europea non lascia pi� spazio a nessuna possibilit� di rinvio e, sulla questione demanio, � ora urgente e fondamentale che l'Italia dia il via ad una riforma che punti su trasparenza, legalit� e libero e gratuito accesso e transito al mare", dichiara il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini.

Servono quindi "regole chiare per garantire che almeno met� delle spiagge siano libere e nuovi criteri per gare pubbliche che premino coloro che rispettano l'ambiente, puntando su un turismo di qualit� e sostenibile. Solo cos� � aggiunge Zanchini - si potr� porre fine a questo far west selvaggio che non fa bene al Paese" restituendo "ai cittadini una parte di mare troppo spesso negato".

Ecco nel dettaglio le proposte di Legambiente:

Quota minima di spiagge libere

Stabilire una quota minima di spiagge libere, almeno del 60%. In Francia, ad esempio, le spiagge di libera fruizione arrivano all'80%, mentre in Italia, in molte regioni addirittura non ci sono leggi che regolano i limiti e in diversi comuni � diventato difficile trovare spiagge libere.

Premiare le gestioni di qualit�

Le gare, secondo Legambiente, dovrebbero premiare la qualit� nella gestione, costruendo le condizioni per un modello trasparente di gestione delle concessioni.

Nella legge si dovrebbero introdurre obiettivi e criteri in modo da premiare i progetti che mirano ad una gestione sostenibile, aiutando per questa via anche le molteplici imprese familiari che hanno intrapreso questa strada.

Convenzione tipo

Ad essere importante, inoltre, � la previsione di una convenzione nazionale tipo, riguardante sia gli stabilimenti balneari che il semplice affitto di sdraio e ombrelloni, che stabilisca criteri precisi e obiettivi da raggiungere, in termini di posti di lavoro, accessibilit�, tutela ambientale e innovazione.

Canone minimo nazionale

Date le differenze "scandalose" tra le imprese del settore che mostrano in determinate realt� italiane canoni bassissimi e in altre guadagni milionari, occorre fissare un canone minimo nazionale per le concessioni balneari, consentendo alle regioni di introdurre premi e sanzioni in base alla modalit� di gestione e agli interventi messi in atto dal concessionario e lasciando la quota maggiore dei canoni ai comuni con un vincolo di destinazione specifico (combattere l'erosione costiera, demolire edifici abusivi, ecc.).

Il portale delle concessioni

Altro punto essenziale della proposta � quella di istituire un portale nazionale delle concessioni gestito dal ministero dell'ambiente. Ci� contribuirebbe a fare chiarezza nella "selva" delle concessioni esistenti, sui diversi canoni applicati e sulle modalit� di controllo regionali, premiando la trasparenza e le imprese che investono nella qualit�.

Controlli e legalit�

Garanzia di controlli e legalit� sulle coste, chiarendo responsabilit� e ruoli e introducendo sanzioni efficaci. Infine, tra le proposte, c'� la previsione di assicurare procedure certe per la demolizione degli edifici abusivi che degradano il paesaggio e interventi immediati per punire i reati lungo le coste.


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