Data: 13/08/2016 20:25:00 - Autore: Redazione

di Redazione - "Lei � umano? - Non esattamente: sono un avvocato". Con questa battuta tratta dal film Blade II ispirato all'omonimo personaggio della Marvel Comics sembra si possa sintetizzare quello che � successo agli avvocati a partire dal 2015. Siamo infatti alla seconda estate consecutiva dall'entrata in vigore del decreto legge 132/14 che ha ridotto da 45 a 30 giorni la sospensione dei termini processuali con il dichiarato intento di ridurre l'arretrato in materia di processo civile (Vedi: "La sospensione feriale dei termini processuali. Da quest'anno pi� breve. Facciamo il punto").

Prima di questo decreto per gli "stakanovisti" del foro, c'era una "tregua" che dava modo di riprendersi dalle fatiche di un anno e soprattutto di evitare di avere termini in scadenza nell'immediato rientro dalle vacanze.

"Cose che voi umani non potreste neanche immaginare�"

E cos� se prima gli avvocati riuscivano a staccare la spina nel mese di agosto senza il timore di trovare qualche "scadenza a sorpresa" per il 1� settembre, ora diventa difficile sgombrare la mente da quel pensiero fisso che li assilla per tutto l'anno: le scadenze!

E gi� perch� se scade un atto non si rischia un semplice multa: si rischia di perdere la causa!

In passato i primi giorni di settembre servivano proprio a questo: a controllare la posta arrivata mentre si era al mare con la famiglia, a controllare scadenze e notifiche, e a programmare la ripresa di un lavoro particolarmente complesso e delicato. Oggi molti avvocati dovranno lavorare anche ad agosto proprio per far fronte a queste scadenze.

Per non parlare del fatto che settembre, notoriamente � il mese in cui si viene invitati a uno di quegli interminabili pranzi di matrimonio. Ci spiace per i parenti, ma gli avvocati d'ora in avanti non possono partecipare! Sono in studio notte e giorno alle prese con i termini in scadenza.

Che quei 15 giorni all'anno possano risolvere i problemi della lentezza della giustizia?

Sembra proprio di no dato che in Italia un processo civile dura degli anni e non sono certo quei 15 giorni a fare la differenza. C'� anche chi ha tirato in ballo le ferie dei magistrati per tentare di dare una qualche ratio a questa insensata scelta di ridurre la durata della sospensione.

In realt� siamo di fronte a due categorie destinate a viaggiare su due mondi paralleli: i magistrati possono andare in ferie o lavorare anche ad agosto anche se sono sospesi i termini processuali. La questione infatti riguarda gli avvocati e non certo i magistrati.

Ma chi ci governa non si � neppure accorto che l'intento del legislatore, quando introdusse la sospensione feriale dei termini nel periodo estivo, non era certo quello di allungare le ferie per i magistrati (che anzi, normalmente in quel periodo si dedicavano maggiormente a smaltire gli arretrati e ad emettere sentenze e ordinanze), ma quello di consentire agli avvocati di andare in ferie senza dover fare i conti con le scadenze processuali.

La sospensione feriale, come emerge dai lavori preparatori della legge che la introdusse, aveva proprio questo scopo. E le ferie dei magistrati non c'entravano nulla.

Pazienza se l'avvocato che vuole portare la famiglia al mare dovr� ora portare con s� una parte del suo lavoro. Magari scegliendo una localit� di soggiorno che si presta alle esigenze di lavoro (c.d. "lexfactor" dal termine coniato dal blogger inglese Legal Brat), pronto ad affrontare le emergenze sostituendo sandali e pantaloncini con giacca, cravatta e scarpe scure.

Peccato per� che non non esista una norma che consenta di richiedere un risarcimento danni a chi fa delle leggi che arrecano solo disagi senza apportare ad alcun vantaggio concreto: sarebbe stata l'occasione giusta per chiedere un bel risarcimento danni da vacanza rovinata...


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