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Data: 20/08/2016 17:00:00 - Autore: Marina Crisafi di Marina Crisafi – E' entrata in vigore da poco la norma che ha anticipato l'età della pensione per i magistrati a 70 anni, ma già il Governo sta pensando di spostare in avanti i limiti di età. Allo studio dell'esecutivo, ci sarebbe infatti un decreto che mira a prorogare nuovamente il tempo massimo di lavoro per le toghe, che potrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei Ministri già la prossima settimana. In realtà, sulla questione palazzo Chigi è intervenuto per ben 2 volte, aggirando la norma con proroghe ad hoc che hanno consentito ai giudici di restare al loro posto. Questo però sino alla fine dell'anno, perché il 31 dicembre la proroga scade e quindi si dovrà decidere a breve il da farsi. Ma la questione, che rischia di diventare il tema caldo della prossima stagione, ha già spaccato in due il mondo della magistratura e non solo.
Pro e controL'idea di seguire la strada della proroga, infatti, non trova tutti d'accordo, data anche la guerra generazionale tra chi la toga sta per lasciarla e chi invece vorrebbe indossarla per la prima volta. In molti non vedono di buon occhio un'altra proroga, ma d'altronde, altri temono che senza un prolungamento delle misure che posticipino l'età pensionabile, si creerebbe un vero e proprio terremoto negli uffici giudiziari, con "buchi" anche tra le posizioni di notevole rilievo, come quelle del procuratore generale della Cassazione, Pasquale Ciccolo e del primo presidente Giovanni Canzio. Anche nel mondo politico, non si guarda con favore ad una mera proroga e si chiedono criteri certi e duraturi.
Una misura duraturaIl decreto allo studio del Governo contemplerebbe, invece, a quanto pare, l'ennesima misura transitoria e non una modifica alla legge, peraltro voluta dall'esecutivo stesso. Tra gli addetti ai lavori, Associazione nazionale magistrati in primis, si chiede pertanto un intervento definitivo che possa ovviare ai problemi che i continui cambiamenti creano negli uffici giudiziari. La questione è molto delicata e pur non essendo contrari ad un allungamento dell'età pensionabile, spiega al Messaggero Eugenio Albamonte, componente del Comitato direttivo centrale dell'Anm, "è necessario disciplinare definitivamente la materia, soprattutto per il buon funzionamento degli uffici giudiziari". E la pensione a 72 anni rappresenta un ottimo compromesso, ma non con una norma transitoria che "renderebbe difficile l'organizzazione" e anche la possibilità di "bandire i concorsi per gli incarichi direttivi, che certo non tutti possono ricoprire", bensì con "prospettive di lunga durata". |
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