Data: 07/09/2016 19:03:00 - Autore: Marina Crisafi

di Marina Crisafi - 82 miliardi di euro ogni anno, tra soldi prestati e interessi applicati sul capitale. � questo il business dell'usura in Italia secondo quanto rilevato dal rapporto realizzato dall'Eurispes sul fenomeno che miete sempre pi� vittime tra famiglie e imprese e che coinvolge anche "insospettabili".

"Le organizzazioni criminali - spiega Gian Maria Fara, presidente dell'Eurispes - hanno ben compreso che l'usura rappresenta un metodo di straordinaria efficacia da un lato per riciclare denaro sporco e ottenere facilmente ingenti guadagni, dall'altro per impossessarsi di quelle imprese e attivit� che non sono in grado di far fronte ai debiti contratti, divenendo dapprima soci e in seguito veri e propri proprietari. Tutto questo con rischi pi� contenuti rispetto a quelli connessi ad altre attivit� illecite come ad esempio il traffico di stupefacenti". L'usura infatti, prosegue Fara, non solo consente "il massimo vantaggio col minor rischio" ma attraverso la stessa � si perpetua un sistema di radicamento sui territori e di assoggettamento silenzioso quanto efficace'.

Inoltre, l'usuraio non � pi� soltanto il criminale o il mafioso di turno. Si tratta di una figura, chiarisce il presidente, che � presente anche tra gli insospettabili: "negozianti, commercialisti, avvocati, dipendenti pubblici, che hanno sfruttato il lungo periodo di crisi economica e l'indebitamento di famiglie, commercianti ed imprenditori per arricchirsi, forti delle crescenti difficolt� di accesso al credito bancario. Ed � nata una nuova figura: quella dell'usuraio della stanza accanto".

Ecco i dati nel dettaglio:

Le vittime del fenomeno

Secondo lo studio Eurispes negli ultimi due anni in media il 12% delle famiglie (su un totale di 24,6 milioni) si � rivolto a soggetti privati (non parenti o amici) per ottenere un prestito, non potendolo ottenere dal sistema bancario.

Sul fronte delle imprese, invece, si � stimato che il 10% circa delle 750mila aziende agricole attive in Italia nel 2015 abbia avuto la necessit� di rivolgersi agli usurai per prestiti ammontanti ad una media di 30mila euro per un totale annuo di oltre 2,2 miliardi.

Per le imprese del commercio e dei servizi (3,3 milioni le attive), secondo la stima una su 10 (approssimando per difetto) ha chiesto prestiti agli usurai per una cifra complessiva di 5 miliardi di euro.

Il capitale prestato si aggirerebbe, dunque, in totale sui 37,25 miliardi di euro, cui si aggiungono gli interessi medi dei prestiti con tassi superiori al 120% annuo, per complessi 44,7 miliardi, arrivando cos� al business globale di 81,95 miliardi di euro.

Le aree pi� colpite

In base ai dati di Eurispes, le regioni a maggiore rischio usura in Italia sono quelle meridionali ed insulari, ma il fenomeno si propaga, su scala geografica anche nel Centro Italia con rischi medio-alti.

Le prime sette province ad alto rischio usura sono: Crotone (96,8), Siracusa (91,9), Foggia (86,1), Trapani (85,6), Vibo Valentia (82,1) e Palermo (81,9).

Nella fascia di rischio medio-alta tuttavia si collocano anche Aosta (61,6), Imperia (52,7) e Biella (50,3), ma la provincia pi� esposta, in termini assoluti, risulta Parma (100,0) risultato che pu� dipendere, secondo l'Eurispes, da avvenimenti eccezionali e dal perdurare dello stato di crisi del tessuto produttivo locale a partire dal 2008.

Le reazioni dei consumatori

Il rapporto dell'Eurispes sull'usura ha scatenato ovviamente le reazioni dei consumatori per i dati "a dir poco drammatici" dallo stesso mostrati. Il fatto che il 12% delle famiglie italiane "si � dovuto rivolgere nel corso dell'ultimo anno a soggetti privati estranei per poter ottenere un prestito, dimostra che questo fenomeno criminoso sta sempre pi� dilagando e che non si � fatto abbastanza per contenerlo - e - per questo vanno riaccesi i riflettori" ha affermato il segretario dell'Unione nazionale consumatori, Massimo Dona.

Occorre "un vero piano nazionale contro la povert�" ribadisce il segretario, perch� non pu� bastare la repressione di fronte ad una situazione cos� grave. Se il 12% dei nuclei familiari ricorre all'usura "a fronte di una percentuale ufficiale Istat di poveri assoluti del 6,1%, ossia della met�, dimostra che non basta occuparsi, come intende fare il Governo, di chi ha un reddito Isee inferiore a 3.000 euro o delle famiglie che hanno un figlio minorenne o disabile" aggiunge Dona. Serve, dunque, conclude "una riforma complessiva della tassazione per evitare che si debba ricorrere ad un prestito per pagare le bolletta della luce e dell'acqua o le spese mediche".


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