Data: 28/09/2016 19:10:00 - Autore: Redazione

Quella del magistrato � una professione non solo di grande onore, ma anche particolarmente delicata, dato che le sue decisioni possono incidere profondamente sulla vita delle persone. Proprio per questo � richiesta non solo preparazione ma anche una buona dose di buon senso e di qualit� umane.

Eppure non � raro che la magistratura sia soggetta a critiche, non tanto per le decisioni assunte (che possono piacere o no), quanto per alcuni inaccettabili "vizi" da cui ogni magistrato dovrebbe liberarsi se vuole essere davvero degno dell'incarico che ricopre.

Vediamo quali sono i 5 peggiori vizi che rendono furibondi gli avvocati.

Le sentenze a sorpresa

Il primo � quello delle cosiddette "sentenze a sorpresa".

Si tratta di pronunce che hanno al loro fondamento questioni rilevate d'ufficio e che non sono state oggetto di un confronto processuale tra le parti. Il magistrato le "tira fuori a sorpresa" senza aver preventivamente sollecitato anche ai sensi dell'art. 183 uno stringente dovere del giudice, sanzionabile anche in via disciplinare, di obbedire al comando dell'art. 183 terzo comma c.p.c.: "Nell'udienza di trattazione ovvero in quella eventualmente fissata ai sensi del terzo comma, il giudice richiede alle parti, sulla base dei fatti allegati, i chiarimenti necessari e indica le questioni rilevabili d'ufficio delle quali ritiene opportuna la trattazione".

Le sentenze a sorpresa sono tutt'altro che rare ma comportano conseguenze gravissime, specie perch� violano il principio del contraddittorio sia perch� pregiudicano il diritto di difesa. Tanto che il legislatore con la mini riforma del 2009 � arrivato a sanzionarle con la nullit� laddove ha introdotto un secondo comma all'art. 101 cpc in base al quale il giudice "Se ritiene di porre a fondamento della decisione una questione rilevata d'ufficio, il giudice riserva la decisione, assegnando alle parti, a pena di nullit�, un termine, non inferiore a venti e non superiore a quaranta giorni dalla comunicazione, per il deposito in cancelleria di memorie contenenti osservazioni sulla medesima questione". Vedi anche: "La nullit� delle sentenze "a sorpresa" o della "terza via"")

La sindrome del giudice muto

Un altro vizio, decisamente correlato al primo, � rappresentato dalla cd. "sindrome del giudice muto".

Ci si riferisce, in particolare, alla tendenza a prendere un po' troppo alla lettera la regola processuale in forza della quale il giudice non pu� anticipare il contenuto della sentenza che andr� ad emanare e a ritrovarsi cos� completamente privi di parole e impassibili al momento della discussione.

Tale atteggiamento, per�, � frutto di un equivoco: prendere parte attiva nel corso del processo esponendo i propri dubbi e indicando alle parti quelli che ritiene essere i punti decisivi della controversia, non significa affatto anticipare la decisione. Significa solo dar modo alle parti di concentrare le proprie difese sulle questioni di maggiore rilevanza evitando cos� il rischio di diventare inutilmente prolissi (trattando magari di questioni che lo stesso magistrato ritiene pacifiche e tralasciando di approfondire tematiche sulle quali il giudice nutre delle perplessit�).

Che male c'� nel chiedere alle parti le necessarie delucidazioni che consentono un corretto inquadramento della fattispecie?

La dialettica processuale, insomma, dovrebbe essere sempre caratterizzata da un proficuo dialogo tra avvocati, parti e giudice (V. "Il processo civile e la sindrome del Giudice muto")

I giudice sistematicamente in ritardo

Un altro "vizio" insopportabile e che denota maleducazione e mancanza di rispetto verso le persone che gravitano nelle affollatissime aule di giustizia, � rappresentato dai ritardi sistematici. Stiamo parlando di quei magistrati che sistematicamente fissano l'orario per l'inizio delle udienze 9:00 del mattino per poi presentarsi con pi� di un'ora di ritardo. Se questo accade una volta nulla quaestio ma se diventa un'abitudine non possono che sorgere dubbi sulla educazione di quel magistrato e sulla sua professionalit�.

� invece prassi diffusa tra i giudici quella di non tenere in alcun conto gli orari indicati alle parti e di non gettare mai l'occhio all'orologio: quando si arriva, si arriva... se si arriva.

Se vicino al martello si aggiungesse un bell'orologio, l'amministrazione della giustizia avrebbe gi� un volto migliore.

Ma parlando di puntualit� non possiamo dimenticare che spesso sono proprio i magistrati pi� ritardatari, che, nelle rare occasioni in cui arrivano puntuali, pretendono puntualit� dalle parti mostrandosi intransigenti al punto di chiudere i verbali senza porsi alcuno scrupolo, per 5 minuti di ritardo e ci� nonostante si abbia a che fare con a un calendario delle udienze che nove volte su dieci non viene rispettato.

La superficiale lettura degli scritti difensivi

Infine, � purtroppo diffuso il "vizio" di trattare le cause con estrema superficialit� e senza dedicargli il tempo necessario.

E' vero, i magistrati italiani sono sommersi da una mole incredibile di fascicoli ed � materialmente impossibile pensare che ci sia il tempo di leggere tutti gli scritti delle parti e di analizzare la documentazione prodotta. La conoscenza approfondita dei fascicoli purtroppo � una prerogativa dei soli avvocati. Ed � per questo che un magistrato, per ridurre al minimo gli errori, dovrebbe partecipare in maniera pi� attiva alla dialettica processuale proprio per individuare insieme alle parti quelle che sono le questioni controverse e quelle che invece appaiono pacifiche.

A chi non � mai capitato di leggere sentenze la cui motivazione dimostrana una conoscenza solo superficiale della controversia​ da parte di chi l'ha decisa? Quante volte alcuni giudici tralasciano questioni che sono realmente decisive per la controversia?

Ma si sa, a volte si preferisce giudicare d'istinto piuttosto che riflettere. Sicuramente risulta meno impegnativo.


Tutte le notizie