Data: 07/10/2016 10:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli – L'usanza di far pedinare il proprio partner da un detective per scovare una possibile infedeltà coniugale è una prassi che si sta diffondendo a macchia d'olio.

Ma attenzione: per far scattare l'addebito della separazione il dossier redatto dallo 007 non basta. Neanche se da esso emerge l'effettività della relazione clandestina.

Con la sentenza numero 5125/2016, il Tribunale di Roma ha infatti rigettato la richiesta di addebito di una donna nei confronti del marito proprio perché fondata solo su tale dossier: per i giudici non bisogna dimenticare che le relazioni dei detective sono il frutto di un'attività rientrante nel settore del commercio e, quindi, dei semplici scritti di un terzo che non possono che limitarsi a fungere da sostegno alla tesi di una parte provata in altro modo. Da sole, invece, esse non sono idonee a soddisfare l'onere probatorio di chi ne voglia far valere le risultanze.

Casomai lo 007 potrebbe essere chiamato a confortare oralmente quello che ha riferito in relazione, mediante un'audizione testimoniale.

Nel caso di specie, invece, la donna non ha suffragato in alcun modo le sue accuse di infedeltà: il detective non è stato sentito e i colleghi del marito hanno solo riferito una vicinanza particolare tra questo e l'altra donna, ma nulla di più. L'unica cosa certa è che una volta l'uomo ha accompagnato la presunta amante a casa in auto: non basta questo a far parlare di di infedeltà.

Va bene quindi la separazione, ma senza colpa di nessuno: l'addebito non scatta.


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