Data: 11/10/2016 11:30:00 - Autore: Dott. Roberto Paternicò

di Roberto Paternicò - Siamo sicuri che il benessere faccia male? Questa é la costante predica della UE secondo la quale avremmo vissuto al di sopra delle nostre possibilità accumulando un grande debito pubblico. Bisogna, quindi, sacrificarsi per le future generazioni eliminando, ad esempio, lo stato sociale, riducendo gli stipendi, le pensioni etc.

La nota 7 a pag.14 del documento n° 169 della BCE (aprile 2016) dal titolo "Profit distribution and loss coverage rules for central banks" recita testualmente: "Le banche centrali sono protette contro l'insolvenza a causa della loro capacità di creare denaro e possono perciò operare con patrimonio netto negativo".

Come ci illumina Standard& Poor's sull'argomento "Le banche centrali di solito hanno un capitale proprio nel loro bilancio, che viene generalmente fornito dal governo ma a volte comprende conferimenti di capitale effettuati dalle banche commerciali con le quali tratta. Ma il capitale di un banca centrale, pur avendo qualche significato di "economia politica", ha poca importanza economica, essendo poco più di un saldo residuo.

Ad esempio, se una banca centrale (come la Federal Reserve), ai fini di politica monetaria, decide di vendere le attività che aveva accumulato con gli alleggerimenti quantitativi ed incorre in perdite su tali vendite, come se cancellasse il suo capitale, il risultato sarebbe una voce in bilancio prima positiva che "gira" e diventa negativa.

Ma, salvo che con una possibile eccezione, ciò non avrebbe alcun impatto sulla capacità della banca centrale di adempiere le sue principali funzioni: può ancora emettere moneta; può ancora acquistare attività attraverso la creazione di riserve o creare riserve prestandole alle banche; può ancora determinare una politica sui tassi (tra cui un tasso di interesse sulle riserve)".

Pertanto, emettendo moneta, prestandola o acquistando attività, una Banca Centrale é al riparo dall'insolvenza, anche, quando abbia un patrimonio netto negativo.

Continua il documento: "L'eccezione è il caso estremo nel quale il valore delle attività che la banca centrale detiene diventa inferiore alla quantità di riserve in eccesso precedentemente creata e che ora vuole e deve estinguere al fine di restringere la politica monetaria.

In altre parole, è ipotizzabile che la banca centrale possa trovarsi senza risorse sufficienti per drenare le riserve in eccesso che aveva creato in precedenza e quindi rischiare di perdere il controllo monetario.

Ma ci sarebbe una facile via d'uscita: il governo potrebbe ricapitalizzare la banca centrale emettendo obbligazioni per farlo, ripristinando il suo capitale (sul lato destro del suo bilancio) e dandogli le attività (sul lato sinistro), che la banca centrale potrebbe quindi utilizzare vendendole ed estinguere le riserve in eccesso.

In alternativa, il governo potrebbe emettere obbligazioni direttamente al pubblico, il che drenerebbe le riserve e aumenterebbe i depositi del governo presso la banca centrale, e quindi convertire i depositi in capitale della banca centrale (un esercizio di contabilità)".

L'unico problema, quindi, potrebbe sorgere in caso di restrizione della politica monetaria nel qual caso possedendo attività che hanno perso valore, le Banche Centrali, potrebbero perdere un po' di controllo monetario e cioè essere un po' meno indipendenti. Il che, non necessariamente, guasterebbe.

Le Banche Centrali che impongono direttive ai Governi, integrati nel sistema, potrebbero perdere la loro forza politica e quindi essere restie ad operare con un patrimonio netto negativo?

In Giappone, si sta valutando l'opzione di far stampare moneta alla banca centrale giapponese per acquistare il debito governativo e di cancellarlo dopo l'acquisto al fine di: ridurre il disavanzo pubblico, migliorare il merito creditizio del Paese, stimolare investimenti e consumi privati ed evitare l'aumento delle tasse. Eliminando, quindi, una parte del debito, la Banca Centrale giapponese sostituirebbe le obbligazioni governative con un'iniezione di liquidità permanente.

Per tutto ciò, ovviamente, é necessaria la volontà politica e come avvalorato da molti economisti, le Banche Centrali potrebbero finanziare, a tempo indeterminato e/o determinato, i governi senza dover ottenere profitti bensì creando solo moneta. Governi, teoricamente, senza default.

Se poi per la BCE, nell'Unione Europea, si é scelto per motivi non economici, di obbligare gli Stati a rifinanziare la BCE in perdita, questo é solo frutto di scelte che posso essere cambiate, ma non è una condizione tecnicamente necessaria.

In allegato, una proposta di Risoluzione al Parlamento europeo per la riduzione del debito pubblico con i titoli acquistati o detenuti (aggiungerei, anche, quelli che saranno acquistati o parte di essi) dalla BCE.


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