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Data: 18/10/2016 10:09:00 - Autore: Marina Crisafi di Marina Crisafi – La manovra di gennaio interverrà massicciamente sulle pensioni, non solo aprendo la strada a più canali di uscita anticipata, ma altresì rafforzando il potere d'acquisto dei pensionati con gli assegni più bassi. Sulle minime, stando al testo approvato sabato dall'esecutivo e che inizia questa settimana il suo cammino parlamentare (vai allo speciale sulla manovra), in particolare è previsto un intervento su due fronti: da un lato, l'estensione della platea di chi ha diritto alla 14sima; dall'altro, l'allargamento della no tax area. Ecco, nel dettaglio le novità:
La quattordicesimaNel pacchetto pensioni della stabilità si interviene anzitutto sulle quattordicesime. In particolare, verrà estesa la platea di coloro che percepiscono a luglio l'assegno extra (si passa da 2,1 a 3,3 milioni) e si aumenta l'importo per chi, invece, il beneficio lo percepisce già. Nel dettaglio, ad avere la 14sima saranno coloro che hanno un reddito personale complessivo (non solo pensionistico), tra 1,5 e due volte il minimo (cioè tra 750 e 1.000 euro al mese) e l'importo varrà tra i 336 euro (per chi ha meno di 15 anni di contributi) e 504 (per chi ne ha oltre 25). Per chi percepisce già il beneficio, la somma sarà pari a 436 euro (con meno di 15 anni di contributi) e di 655 (con più di 25).
La no tax areaL'altro intervento della legge di bilancio 2017 è dedicato all'estensione della no tax area. Nel dettaglio, è previsto l'aumento della detrazione di imposta per tutti i pensionati, uniformando così la no tax area a quella dei lavoratori dipendenti (ossia a 8.125 euro).
Uscita anticipataQuanto alla flessibilità in uscita, l'Ape (l'anticipo pensionistico) consentirà di andare via dal lavoro fino a 3 anni e 7 mesi prima dei requisiti di vecchiaia ai nati tra il 1951 e il 1953, con almeno 20 anni di contributi versati. L’Ape social, quella riconosciuta cioè a determinate categorie di lavoratori più deboli (disoccupati, disabili o con disabili in famiglia, ecc.), sarà gratuita fino alla soglia di 1.500 euro (maggiore, quindi, dei 1.350 precedentemente stabiliti), mentre quella volontaria avrà un onere del 4,5%-4,6% per ogni anno di anticipo. Per l’Ape aziendale, infine, a pagare il rimborso ventennale dell’anticipo dell’uscita, sulla base di specifici accordi tra le parti, sarà il datore di lavoro.
L’uscita anticipata riguarderà anche le categorie degli “usuranti” (con un anticipo di 12 o 18 mesi rispetto all’attuale normativa agevolata), dei precoci (con un anno di versamenti prima dei 19 anni e 41 di contributi) e di coloro che hanno effettuato versamenti in più gestioni, che avranno la possibilità di cumulare gratuitamente tutti i contributi previdenziali maturati. |
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