Data: 13/11/2016 16:00:00 - Autore: VV. AA.

Avv. Chiara Mussi - L'articolo 187 del Codice della Strada disciplina la guida in stato di alterazione psico–fisica per uso di sostanze stupefacenti.

Ma come deve essere accertato lo stato di alterazione dovuto all'assunzione di sostanza stupefacente?

La Suprema Corte si è più volte trovata a rispondere a questo quesito, determinando un orientamento tendenzialmente univoco in base al quale la presenza di un quadro di evidente alterazione mentale e fisica ed il seguente accertamento, con esito positivo, tramite esami di laboratorio è necessario e sufficiente alla contestazione, non dovendo altresì procedere ad una visita medica specialistica (Cass. Sez. IV n. 31966/2010, Cass. Pen. Sez. IV n. 9155/2013).

In altre parole, la verifica dei sintomi al momento del controllo costituisce di per sé accertamento del fatto, stato che deve chiaramente essere puntualmente motivato dagli accertatori. Sul punto si è espressa di recente la quarta sezione penale della Cassazione (con la sentenza n. 25691/2016 qui sotto allegata), pronunciandosi sulla condanna di un uomo, ritenuto colpevole del reato ex art. 187, comma 1, cds, beccato alla guida anche con una "scorta" di metadone. 

Al riguardo la Corte ha avuto modo di precisare come "in presenza di un quadro sintomatologico di alterazione mentale e fisica, la cui derivazione dall'assunzione di una delle sostanze previste dalla legge venga conclamata dagli esami di laboratorio" - che accertino che nell'organismo siano presenti i principi attivi di sostanze stupefacenti, come nel caso di specie, non serve - l'ulteriore conferma derivante dalla visita di medico specialista", giacché un quadro siffatto dimostra inequivocabilmente che il conducente si è posto alla guida in stato alterato dall'assunzione di dette sostanze.

Avv. Chiara Mussi

Foro di Busto Arsizio (VA)

chiara@avvocatomussi.it
www.avvocatomussi.it


Tutte le notizie