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Data: 15/11/2016 19:00:00 - Autore: Gabriella Lax di Gabriella Lax - Negli ultimi 5 anni sono 3mila i bambini vittime di maltrattamento, seguiti in 5 ospedali italiani. L'età media delle vittime rilevata è intorno ai 7 anni, con una maggioranza di bambine. Il 30% dei minori vittime di maltrattamenti in Italia subisce abusi multipli, contemporaneamente presenti cioè in forme diverse che comprendono il maltrattamento fisico, la trascuratezza grave, la sindrome di Munchausen per procura, l'abuso sessuale, l'abuso psicoemozionale, la violenza assistita e il cosiddetto "bambino conteso". E circa 100.000 bambini sono risultati in carico ai servizi sociali in quanto vittime di una forma di maltrattamento (ogni 1.000 minorenni seguiti dai servizi sociali, 200 sono stati maltrattati), la più frequente delle quali è risultata la trascuratezza materiale e affettiva spesso celata dalle pareti domestiche e per questo molto complessa da intercettare e riconoscere. Questi i numeri da incubo frutto del rapporto di Terre des Hommes in collaborazione con la prima Rete Nazionale di eccellenze ospedaliere per il contrasto della violenza sui bambini di A.O.U. Città della salute e della scienza di Torino, Presidio ospedale infantile Regina Margherita, ambulatorio Bambi Torino; Soccorso violenza sessuale e domestica Fondazione IRRCS Cà Granda Ospedale Maggiore policlinico di Milano; Centro regionale per la diagnostica del bambino maltrattato - Azienda ospedaliera universitaria, Padova; Gaia (Servizio gruppo abusi infanzia adolescenza) - Azienda ospedaliero universitaria Meyer, Firenze e Giada (Gruppo interdisciplinare assistenza donne e bambini abusati) Azienda ospedaliero universitaria policlinico Giovanni XXIII, Bari. Sui dati drammatici è intervenuto anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, in occasione della presentazione del dossier: «Dall'intensità e dal tipo di violenza subita da un bambino scaturisce una fragilità – ha evidenziato Grasso - che non rimane certo confinata alla sua esistenza ma si riversa inevitabilmente sull'intera società: anche per questo non possiamo voltare le spalle a un fenomeno gravissimo che produce effetti devastanti sui singoli e ancor di più sulla collettività. C'è davvero bisogno di un surplus di approfondimenti e di riflessioni, non solo per conoscere meglio un fenomeno complesso ma anche e soprattutto per definire risposte più efficaci da parte delle istituzioni nazionali e locali».
Le nuove forme di abusiAlcune tipologie di maltrattamento possono portare al decesso del piccolo se non riconosciute tempestivamente e trattate in modo adeguato. Tra di esse il "Chemical abuse", ossia qualsiasi ingestione intenzionale a scopo di minaccia o risultante da negligenza di agenti potenzialmente velenosi: farmaci o prodotti quali l'etanolo o i solventi, così come sostanze illegali (gli stupefacenti). Molto pericolosa anche la "Sindrome del bambino scosso", dalla quale sono colpiti i bambini in tenerissima età: si tratta di una forma di maltrattamento fisico in cui il bambino (di solito sotto i 2 anni) viene violentemente scosso imprimendo forze di accelerazione, decelerazione e rotazione al capo e alle altre strutture del corpo, con il risultato di provocare lesioni gravissime.
Cosa fare?Campagne d'informazione e sensibilizzazione ad hoc presso le istituzioni ma anche per il grande pubblico, ecco le ricette per migliorare la situazione attuale. Purtroppo non conforta il dato che i centri d'eccellenza al momento sono davvero pochi. Sulla piaga diffusa dell'abuso sui minori non ci sono ricette ma quattro raccomandazioni per regioni, gli ospedali, università e governo. Ogni Regione disponga di un centro ospedaliero pediatrico referente per il territorio con specifica struttura ed expertise in materia, in modo che ciascun centro sia dotato di equipe multidisciplinari e specializzate con dotazioni strumentali che permettano una diagnosi differenziale completa. Il maltrattamento e abuso all'infanzia diventi materia di studio nel curriculum della facoltà di medicina e chirurgia. Infine, al governo si chiede che il maltrattamento sui bambini venga inserito nel Piano nazionale di prevenzione sanitaria perché la diagnosi precoce salva la vita. |
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