Data: 24/11/2016 18:20:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli – Il decreto fiscale sta facendo parlare di sé e non poco. Tra gli aspetti più chiacchierati, uno proprio non può che balzare agli occhi: il sistema sanzionatorio introdotto per le partite IVA che si affianca alle numerose nuove comunicazioni fiscali previste (ben otto).

Il Parlamento, infatti, sta esaminando un provvedimento (su cui oggi il Senato voterà la fiducia sul testo blindato licenziato dalla Camera) in cui l'omessa, incompleta o infedele nuova comunicazione trimestrale dei dati IVA viene sanzionata con un importo che va 5mila a 50mila euro. Il che paradossalmente vuol dire che per un errore di un euro si rischia di dover pagare almeno 5mila euro!

Le associazioni dei commercialisti Adc, Aidc, Anc, Andoc, Unagraco, Ungdcec, Unico hanno subito lanciato l'allarme e con una nota congiunta diffusa in questi giorni hanno sottolineato come, in questa parte, la riforma non vada a fare altro che ad appesantire un sistema fiscale che nel ranking annuale sulla competitività elaborato dalla Banca Mondiale si trova già al 126° posto.

E l'eco è arrivato sino a Change.org, portale sul quale è stata lanciata la petizione "Fermiamo subito la norma che per un errore di 1 euro prevede multe da 5.000 a 50.000 euro"

Il fisco, insomma, lungi dal divenire un amico dei cittadini, diverrà ancor più crudele.

Peraltro l'inasprimento sanzionatorio relativo alle partite IVA non si arresta qui ma colpisce anche l'omessa o errata trasmissione dei dati di ogni fattura che dovrebbe essere fatta in forza del nuovo nuovo spesometro trimestrale: in tal caso, infatti, le conseguenze sanzionatorie coincidono con il pagamento di una somma compresa tra 25 e 25mila euro.

Chiaramente il problema c'è e non può essere sottovalutato. Anzi: i commercialisti hanno annunciato una vera e propria battaglia se il Parlamento non apporterà sostanziali modifiche a questa parte del decreto. Battaglia che passerà per il tramite dei 5,4 milioni ed oltre i partite IVA e si svolgerà con il sostegno a tutte le forme di protesta legittima che queste intenderanno intraprendere in qualità di contribuenti. 

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