Data: 05/12/2016 11:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli – Voto sulla riforma o voto su Renzi che sia stato, il no ha vinto con una percentuale del 59,11% e la battaglia sul referendum costituzionale ha ora vincitori e vinti.

L'affluenza alle urne è stata altissima, di quasi il 67% degli elettori, e il voto negativo sulle modifiche alla costituzione è stato pressoché uniforme sulla penisola, lasciando a prevalenza sì solo la Toscana, l'Emilia Romagna e il Trentino Alto Adige.

Il premier, fedele alla sua promessa e prendendo atto di una sconfitta decisamente schiacciante, ha deciso di dimettersi e ora gran parte degli italiani si starà sicuramente chiedendo: cosa accadrà?

Lo scenario "Hard no"

Lo scenario che si è verificato, insomma, è stato quello denominato "hard no". Forse il più complicato da gestire, specie dal punto di vista economico.

Nonostante ciò, il paventato crollo finanziario sembra scongiurato. La moneta dopo una breve discesa è ora risalita e non sta subendo molto le conseguenze del voto degli italiani, ma per essere certi di cosa accadrà su tale fronte è ancora troppo presto: prima bisogna capire cosa accadrà nel post-Renzi.

Le dimissioni del premier … e poi?

L'incontro del premier con il Presidente della Repubblica è in programma già per il pomeriggio di oggi con la convocazione del Consiglio dei ministri per la formalizzazione delle dimissioni, ma le ipotesi in ballo non sono affatto scontate.

Da un lato c'è la possibilità di un Governo tecnico, dall'altro una chiamata alle urne degli elettori, dall'altro ancora un (improbabile) nuovo incarico a Renzi.

La prima delle tre ipotesi (forse la più probabile) potrebbe portare alla nomina di un ministro del Governo uscente e i nomi che circolano sono quelli di Padoan, ministro dell'economia, o Del Rio, alle infrastrutture.

Per ora, però, sono solo rumors che dovranno essere confermati dalle dovute formalità. E intanto il Daily Mail, parla di "Italexit"!

Matite e trucchetti

Al di là degli scenari, ancora molto dubbi, possiamo però con certezza raccontare di un vero e proprio "Referendum all'italiana", con il caso delle matite copiative, che in alcuni casi sono risultate cancellabili, e quello degli elettori alle urne con la biro. Il tutto amplificato dai social network e con il rischio concreto di un serio risvolto giudiziario.

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