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Data: 09/12/2016 21:30:00 - Autore: Marina Crisafi di Marina Crisafi - Un semplice foulard femminile che si trasforma in un mezzo per difendersi da aggressioni e violenze. È l'idea sperimentata dalle allieve del centro di formazione professionale Canossa di Trento insieme ai ricercatori della Fondazione Bruno Kessler. Un'intuizione molto semplice ma efficace che consiste nel posizionare un piccolo sistema di sensori all'interno di un foulard, ma che potrebbe essere cucito anche in un abito o in un accessorio e che, in caso di aggressione, attiva una sirena potentissima in grado di disorientare il malintenzionato e di richiamare l'attenzione di passanti e persone in zona. Il suono attivato è pari a 130 decibel e per capire la potenza basta pensare che un martello pneumatico produce massimo 110 decibel e che 120 è il livello massimo di udibilità per l'uomo, oltre il quale si attiva la soglia del dolore. "Il sistema può essere declinato - spiega Amos Collini, ricercatore della Fondazione Bruno Kessler - anche contro lo stalking, perchè quel sensore può diventare un geolocalizzatore che la vittima può attivare per segnalare alle forze dell'ordine o ai familiari il luogo dove ci si trova". Al momento, il foulard è solo un prototipo che si può ancora perfezionare – prosegue il ricercatore - "qualora ci fosse un'azienda interessata a produrlo". I costi poi sarebbero contenuti, giacché il prototipo rivela ancora Collini "è costato appena quattro euro e una volta in produzione potrebbe arrivare a un costo ancora più basso". Attraverso questo progetto si coniugano – commenta la direttrice del Centromoda Canossa, Claudia Mammani – "tre grandi scommesse: la prima sulla formazione delle giovani donne, la seconda quella di investire in settori nuovi che daranno occupazione e che valorizzeranno i talenti al femminile, terzo e non ultimo lavorare a favore della sicurezza delle donne, in un periodo in cui il femminicidio, e in generale la violenza, sono un fenomeno preoccupante".
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