Data: 10/12/2016 19:00:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax - Pene più severe e carcere a chi maltratta gli animali e li uccide con crudeltà e senza necessità per far sì che non verifichino casi come quello del cane Angelo, torturato e poi ucciso nel giugno scorso a Sangineto (Cosenza). Ad invocare maggiore attenzione, nella Giornata internazionale per i diritti degli animali (che si celebra oggi), promossa quasi vent'anni fa dall'associazione inglese Uncaged campaigns, è Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente. Secondo i dati sono circa 15mila ogni anno i cani e i gatti che vengono torturati e uccisi, ossia 142 animali al giorno (uno ogni dieci minuti). Molti casi vengono alla luce grazie al fatto che gli autori, spesso minorenni, li pubblicano sui social.

Proprio per questo la Lega, per bocca della sua presidente, annuncia, in occasione della ricorrenza di oggi, la necessità di "una svolta" nell'impegno e nella mobilitazione dell'organizzazione e pretende dalla politica risposte concrete. Sul piatto anche temi quali vivisezione, caccia, bracconaggio, traffico illecito, uso di animali nel circo, sperimentazione sugli animali e ancora abbandono ed allevamenti intensivi.

L'intenzione della Lega è rilanciare un pacchetto di proposte animaliste, grazie ad una serie di progetti di legge che finora non era stato possibile neanche iniziare a discutere, afferma la Brambilla, tuonando contro il governo Renzi.

Il primo passo è quello di chiedere l'inasprimento delle pene per maltrattamento ed animalicidio, dato necessario in un contesto sociale dove si moltiplicano i casi segnalati. Ma non solo. Occorre agire, rincara la presidente della Lega, contro "misfatti" introdotti o mantenuti in vita dall'esecutivo uscente come: l'eliminazione della Polizia provinciale (specializzata nella vigilanza venatoria), l'improcedibilità per "tenuità del fatto" (che di fatto regala l'impunità a chi maltratta o uccide un animale), il via libera alle leggi regionali che prevedono stragi di ungulati (dai cinghiali ai caprioli), la legge sull'eradicazione della nutria, il parziale mantenimento della barbarie dei richiami vivi, la deroga al divieto di caccia sulla neve, la possibilità di caricare con più cartucce (fino a 5) le armi semiautomatiche per la caccia al cinghiale.

Le proposte di legge

Su alcuni dei temi segnalati dalla lega, sono già state presentate alcune proposte di legge, alcune delle quali hanno avviato l'iter parlamentare. Tra queste rileva, innanzitutto, la pdl che vede come primi firmatari i deputati Paolo Bernini e Vittorio Ferraresi del M5S, intitolata "Modifiche al codice civile, penale, alla legge n. 189/2004 e alla l. n. 157/1992 in materia di tutela degli animali". Presentata alla Camera dei deputati, la proposta è nata sullo slancio della campagna lanciata dall'associazione Animalisti Italiani Onlus, per colpire in modo più duro i gravissimi e continui maltrattamenti inflitti agli animali in svariate modalità. L'obiettivo è quello di impedire che la pena della reclusione possa essere commutata in pecuniaria, prevedendo contemporaneamente l'attivazione di percorsi rieducativi per chi si macchia di tali violenze, magari in strutture come i canili. Rispetto ad altri Stati d'Europa (dove l'ammenda va ad aggiungersi al carcere), in Italia il reato di maltrattamento, spiegano i firmatari, prevede da 3 a 18 mesi di carcere "o" la multa da 5mila a 30mila euro. Nella proposta sono introdotte altresì nuove fattispecie di reato: come il maltrattamento sessuale di animali e l'organizzazione di spettacoli vietati (per es. i combattimenti), oltre al maltrattamento "colposo" per chi, ad esempio, lascia un animale in macchina (leggi in merito: "Carcere duro per chi maltratta gli animali: la proposta di legge"). 

Un'altra proposta, assegnata alla commissione giustizia della Camera, prevede invece, oltre alla modifica dell'art. 727 del codice penale in materia di abbandono di animali, anche la condanna a pagare le spese per il soggiorno e le cure che si rendono necessarie presso la struttura pubblica o privata che lo ospita, fino al successivo affidamento, nonché il divieto di detenzione di qualsiasi animale per un periodo di due anni (leggi: "Animali: spese di soggiorno e cure a carico di chi li abbandona").  


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