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Data: 28/12/2016 19:00:00 - Autore: Gabriella Lax di Gabriella Lax - Cambiare i vitalizi ed andare subito al voto. Sarebbe questa la mossa del Partito democratico, anticipata da Repubblica. Un partito dunque che vorrebbe le elezioni anticipate, pronto a tutto, anche a proporre una modifica delle norme sui vitalizi per convincere i peones e i parlamentari alla loro prima esperienza a chiudere anticipatamente la legislatura in cambio di una buonuscita da 50mila euro. L'obiettivo sarebbe abrogare qualsiasi pensione in favore di deputati e senatori a partire dalla prossima legislatura, la diciottesima. Si tratta dei 950 euro netti mensili da incassare a 65 anni dopo una sola legislatura o 1.500 a 60 anni, dopo due. Una soluzione che metterebbe con le spalle al muro i pentastellati e convincerebbe i parlamentari a incassare subito l'assegno senza aspettare il 15 settembre per maturare il diritto alla pensione minima. Con una norma transitoria che nel frattempo consenta a tutti, anche alla gran parte costituita da coloro che oggi siedono a Montecitorio e Palazzo Madama per la prima volta (608 su 945), di ottenere solo nel 2017 la restituzione (fino al momento preclusa) dei contributi versati dall'inizio della legislatura. Dunque, per i parlamentari, chiarisce Repubblica, si tratterebbe di posticipare la scelta relativa ai contributi, ma per avere in cambio una cifra che, a fine 2016 ammonta a 48.500 euro e che a inizio anno toccherà appunto quota 50mila. La notizia non poteva che suscitare un mondo di polemiche, da parte delle opposizioni (e non solo). Non si fa attendere il commento di Beppe Grillo che dal blog parla di "norma porcata" del Pd che sarà approvata nel 2017 per garantire "con la scusa della sua definitiva abolizione dal 2018 - agli - attuali deputati e senatori una buonuscita intorno ai 50 mila euro a testa, consistente nei contributi versati dal 2013 ad oggi". Il movente, a detta di Grillo, sarebbe solo "politico". "Renzi vuole andare ad elezioni il prima possibile con una legge anti-M5S nel vano tentativo di evitare i referendum contro il Jobs Act e cercare di capitalizzare il fango gettato in queste settimane contro la giunta Raggi - aggiunge Grillo - Il segretario del Pd sa, però, che la maggioranza dei parlamentari non ha alcuna intenzione di staccare la spina prima del 15 settembre 2017, data in cui maturerà il diritto al vitalizio essendo passati 4 anni, 6 mesi e 1 giorno dall'inizio della legislatura - per cui - con la ricca buonuscita Renzi spera quindi di placare gli appetiti di partito". Non tarda ad arrivare neanche la smentita del Pd che, per bocca di Emanuele Fiano, replica: "Siamo di nuovo al Truman Show del Movimento 5 stelle. Oggi lo fanno attraverso una polemica senza fondamento su inesistenti interventi per salvare i vitalizi dei parlamentari". Per capire se i rumors diventeranno realtà, dunque, non resta che attendere l'arrivo del nuovo anno.
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