Data: 12/01/2017 15:00:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax - Una tassa di circa mille sterline all'anno (1200 euro) da imporre alle aziende del Regno Unito per ogni lavoratore specializzato di un paese dell'Unione europea assunto. A pochi mesi dal referendum sull'uscita dall'Europa, il governo britannico starebbe valutando questa tra le misure da introdurre nel dopo Brexit.

Una misura considerata decisiva per dare priorit� ai cittadini britannici. La tassa � gi� prevista per le assunzioni di lavoratori extra Ue ed entrer� in vigore ad aprile. Ad affermarlo, come riportato da Repubblica, � il sottosegretario all'Immigrazione, Robert Goodwill, in un suo intervento alla commissione della Camera dei Lord.

Veloce la smentita del premier Theresa May che, tramite una portavoce, ha evidenziato che i provvedimenti al momento non sono in programma, perch� subito condannati anche dalle organizzazioni datoriali. Ma secondo la portavoce, le dichiarazioni di Goodwill sarebbero state male interpretate e lette fuori dal contesto, giacch� il sottosegretario si stava limitando a indicare che ci sono diverse opzioni sul tavolo e che nessuna decisione � stata ancora presa al riguardo. Ma se � giallo sull'eventuale tassa, sono tanti i cambiamenti che potrebbero diventare realt� per gli stranieri. In un recente discorso, prima della sua dipartita, l'ex primo ministro David Cameron aveva illustrato le misure allo studio. Innanzitutto, impossibilit� di beneficiare di sgravi fiscali e di fare domanda per un alloggio popolare; e poi norme pi� severe riguardo i ricongiungimenti familiari. Non solo. Interdetto il diritto di fare richiesta per gli assegni di sostegno al reddito, rimpatrio forzato per chi � disoccupato da pi� di sei mesi e veto, per i cittadini provenienti da paesi entrati da poco nell'Ue di espatriare in Inghilterra fino a quando le economie nei loro paesi non avranno raggiunto i livelli degli altri stati europei. 


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