Data: 17/01/2017 14:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli � Nel 2015, il decreto legge numero 83 � intervenuto a dettare delle misure urgenti in materia fallimentare, civile e processuale civile e di organizzazione e funzionamento dell'amministrazione giudiziaria, che hanno cambiato di nuovo, a distanza di poco tempo dall'ultimo intervento, il processo esecutivo (leggi: "Ecco come cambia (ancora) il processo esecutivo. Tutte le novit� del decreto legge n. 83/2015 in vigore dal 27 giugno"). 

Tra le varie novit� contenute nel provvedimento, vi � anche la previsione in forza della quale la vendita dei beni frutto dell'espropriazione forzata, immobili o mobili registrati, pu� avvenire solo online, per il tramite del nuovo portale unificato delle vendite pubbliche.

In particolare, al fine di rendere pi� celere e soprattutto trasparente la procedura, la pubblicit� sul portale � stata prevista come obbligatoria, pena l'estinzione della procedura (leggi: "Aste giudiziarie: d'ora in poi solo online, sul portale delle vendite pubbliche").

Se da un lato � vero che, per il tramite del nuovo portale, si supera la vecchia frammentazione e tutti possono acquisire le informazioni di interesse con riferimento alle vendite giudiziarie, dall'altro lato � anche vero che ci� non avviene affatto gratis. Anzi: il portale delle vendite pubbliche � un ottimo sistema studiato per far cassa.

Una nuova tassa per i cittadini

Il nuovo articolo 18-bis del d.p.r. n. 115/2002, infatti, prevede che la pubblicazione sul portale di ogni singolo atto esecutivo per il quale la legge dispone che sia data pubblica notizia e che riguarda beni immobili o mobili registrati � assoggettata al pagamento, da parte del creditore procedente, di un contributo pari a cento euro, moltiplicato per ciascun lotto, nel caso in cui questi siano pi� di uno.

Considerando che quasi ogni processo esecutivo passa, se va bene, per una vendita, � chiaro che per tutti coloro che si trovano costretti a ricorrere alla giustizia per recuperare un credito il peso non � indifferente.

Oltretutto, l'importo � anche assoggettato all'adeguamento triennale alla variazione accertata dall'ISTAT dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, mediante decreto dirigenziale del Ministero della giustizia.

Dove finiscono i cento euro?

Molti penseranno che si tratta di una somma che va a finanziare il portale e che quindi, in un certo senso, non poteva essere evitata o diminuita.

Invece no: i cento euro finiscono, pi� in generale, nel portafoglio riservato al funzionamento degli uffici giudiziari e all'implementazione e allo sviluppo dei sistemi informatizzati.

In altre parole, si tratta di una vera e propria nuova tassa per i cittadini.


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