Data: 18/01/2017 19:30:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli � Alcuni studi legali italiani, pi� all'avanguardia, hanno deciso che il codice deontologico forense non basta pi�, ma deve essere affiancato da un vero e proprio codice di comportamento.

L'idea di integrare le classiche norme di deontologia ha iniziato gi� da qualche tempo a prendere piede nelle realt� anglosassoni, in cui sono molti gli studi che hanno reputato fondamentale disciplinare sia l'attivit� professionale di coloro che ne fanno parte, che i rapporti con i collaboratori esterni e i fornitori.

E la stessa convinzione, recentemente, si � diffusa anche tra alcuni avvocati della penisola (tra i quali quelli dello studio d'affari Chiomenti): alle norme deontologiche si affiancano altri doveri comportamentali da rispettare, che vanno dall'imparzialit�, all'onest�, ai principi cui ispirarsi nei rapporti con societ�, enti e autorit�. Anche essi accompagnati da specifiche sanzioni.

Ma, effettivamente, il codice di comportamento serve o � solo una ridondante duplicazione di ci� che gi� c'� e vale per tutti?

I sostenitori delle nuove severe regole sono convinti che esse aiutino a migliorare l'immagine esterna dello studio e diano garanzie di affidabilit� e sicurezza ai clienti. Ma non solo: permetterebbero anche di incardinare il vivere quotidiano su principi di rispetto, collaborazione e impegno.

Un modo, insomma, per elevare la soglia di qualit� ed eticit� dei professionisti che fanno parte di una medesima realt�.

Dall'altro lato, invece, si schierano coloro che non ritengono necessario mettere nero su bianco i principi etici che devono caratterizzare la professione a prescindere dalla predisposizione di uno specifico codice di comportamento interno e che, in ogni caso, sono sufficientemente presidiati nei rapporti tra colleghi e con clienti e giudici dal codice deontologico.

� gi� in quest'ultimo, infatti, che si trovano le tutele alla correttezza, alla lealt�, alla professionalit�, alla riservatezza e cos� via.

Quella di stilare un codice di comportamento di studio, insomma, non � altro che una scelta interna, di comunicazione e di trasparenza. Una garanzia in pi�, della quale, per�, si pu� anche fare a meno senza per questo compromettere i valori della professione.


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