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Data: 22/01/2017 17:00:00 - Autore: VV. AA.![]() E' presente un disegno di legge, tuttavia la discussione di tale reato è stata sospesa e gli articoli che sarebbero stati introdotti (613-bis e 613-ter), di fatto, restano dei fantasmi. Il problema fondamentale è capire cosa si intenda per tortura, quali siano i soggetti attivi e quali quelli passivi. Dal disegno di legge italiano, si nota come la tortura, debba configurarsi quale reato proprio di alcune categorie. Non tutti possono, quindi, commettere tale illecito, ma solo coloro i quali abbiano obblighi di autorità, vigilanza, custodia… Il disegno di legge, evidenzia poi le motivazioni che spingono il soggetto a torturare, si tratta di: etnia, orientamento sessuale, opinioni politiche, religione, oppure per ottenere informazioni, dichiarazioni, per infliggere una punizione o vincere una resistenza. Il testo è molto particolare, perché pecca di generalità e astrattezza, qualità tipiche del nostro legislatore, tuttavia è chiaro come tale situazione sia lo specchio di un percorso che trae le sue origini nella giurisprudenza che ha evidenziato la necessità di punire un atto, quale la tortura, che nel corso dei secoli è divenuto un grave illecito. Nel '700, la tortura, era una pratica usuale, durante la seconda fase del processo, l'accusato veniva torturato per ottenere informazioni, dichiarazioni. Era un secolo ancora buio per i diritti dell'uomo, ma già cominciavano ad affacciarsi istanze illuministiche in difesa di quei diritti che l'assetto penale del tempo, scavalcava e calpestava. Il percorso non fu semplice, il XIX secolo cominciò a dare i suoi frutti, con l'abolizione della pena di morte e della tortura stessa in molti codici ed una apertura maggiore verso il rispetto dei diritti dell'uomo.Ben presto però si giunse ad una ripresa delle violenze per motivi politici, etnici, religiosi… Si era affacciato sul nostro paese, il pensiero fascista e aveva portato con sé la dama nera del terrore: la tortura. Erano proprio i soggetti dotati di autorità a praticarla, un leitmotiv che si ripeteva con costanza, perché la tortura era un mezzo per ottenere dichiarazioni, accuse, informazioni e per punire soggetti che avevano la "colpa" di essere diversi per i motivi più disparati. E' chiaro come questo percorso abbia guidato i padri della nostra Costituzione ad affermare diritti che l'uomoper troppo tempo si era visto calpestare e a condannare ogni atto che ne limiti il godimento, ma soprattutto, a rendere illeciti tutti quei comportamenti che avevano oppresso e calpestato l'uomo, in quanto essere libero di autodeterminarsi, ed è proprio l'uomo ad occupare ora il centro, non più lo stato ed i suoi interessi. Molto semplicemente, con l'affermazione dei diritti fondamentali dell'uomo, la tortura diviene illecita, cambia ilpunto di vista, il fulcro centrale delle tutele, ma non i timori di un ritorno. come si conviene nel diritto, ai posteri, giudici del nostro oggi, l'ardua sentenza. cecilia.marani.94@gmail.com |
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