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Data: 19/02/2017 22:10:00 - Autore: Lucia Izzo di Lucia Izzo - Passato l'esame della Commissione Affari sociali della Camera, il ddl sulle Disposizioni anticipate di trattamento (Dat) o "biotestamento" è pronto per andare in Aula, dopo il vaglio delle ulteriori Commissioni competente, privo del voto dei deputati cattolici che hanno abbandonato i lavori della seduta (per approfondimenti: Testamento biologico: in arrivo la legge). Il lungo dibattito in corso da oltre un anno si avvia dunque a una concretizzazione, poichè la seduta del prossimo 27 febbraio potrebbe finalmente essere la prima nella storia in cui la materia verrà esaminata dal Parlamento italiano. L'attenzione degli emendamenti discussi dalla commissione si è focalizzata sull'art. 3 del ddl, il "nucleo" del provvedimento, che riguarda le c.d. Disposizioni anticipate di trattamento sanitario (DAT) ossia la pianificazione condivisa delle cure tra paziente e medico, quest'ultimo in particolare tenuto a rispettarne la volontà "ove possibile". Al paziente, infatti, a mezzo del c.d. "testamento biologico", il provvedimento riconosce la possibilità di poter decidere in anticipo, per iscritto, in accordo con il medico, quanto alle cure future alle quali vorrà essere o meno sottoposto in caso di insorgenza di gravi patologie. Il maxi emendamento relativo all'art. 3 è stato approvato senza l'intervento dei parlamentari cattolici, i cui emendamenti sono dunque decaduti. La norma, come emendata, prevede la possibilità per ogni persona "maggiorenne, capace di intendere e di volere", di esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte diagnostiche o terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari, in caso di futura incapacità di autodeterminarsi. A tal proposito dovrà essere nominata dal paziente una persona di sua fiducia (fiduciario) che ne faccia le veci e lo rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie. Il medico sarà tenuto al rispetto delle DAT, potendo disattenderle, in tutto o in parte, in accordo con il fiduciario, qualora sussistano terapie non prevedibili all'atto della sottoscrizione, capaci di assicurare possibilità di miglioramento delle condizioni di vita. Le disposizioni anticipate di trattamento, si differenziano rispetto alla pratica dell'eutanasia e fine vita con assistenza dei sanitari, disciplina attualmente convogliata in una proposta di legge, anche di iniziativa popolare, che risulta, tuttavia, ferma alla Camera dal 3 marzo 2016 (per approfondimenti: Eutanasia: la Camera inizia l'esame del ddl). Molti i medici favorevoli al ddl sul biotestamento, i quali hanno manifestato la loro posizione nel corso di una conferenza stampa alla Camera promossa dall'Associazione Luca Coscioni, sottolineando i punti cardine della riforma: in particolar modo che venga esplicitata la necessaria "prevalenza del volere del malato", nonchè la sua possibilità di poter volontariamente rinunciare a qualunque misura terapeutica, senza eccezione, e, infine, previsto che possa accedere alla sedazione palliativa profonda. Le proposte, che si intende far confluire in una vera e propria "Carta" che, a seguito di diffusione tra i medici per la raccolta firme, verrà inviata ai parlamentari, sono state presentate, tra gli altri, da Carlo Alberto Defanti, primario emerito dell'Ospedale Nigiuarda di Milano, membro della Consulta di Bioetica e medico di Eluana Englaro; Michele Gallucci, direttore della Scuola italiana di medicina e cure palliative; Mario Riccio, anestesista-rianimatore, medico di Piergiorgio Welby e Fabrizio Starace, presidente della Società di epidemiologia psichiatrica.
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