Data: 16/03/2022 08:30:00 - Autore: Luisa Camboni

Mediazione familiare: cos'è

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La mediazione familiare è un metodo di risoluzione extragiudiziale delle controversie, che necessita della collaborazione delle parti in conflitto e che viene gestito da un mediatore, soggetto terzo e imparziale, il cui compito consiste nel trovare una soluzione accettabile per i soggetti coinvolti.
La mediazione è un percorso di aiuto per tutte quelle coppie che stanno per separarsi, divorziare o che hanno già deciso di porre fine alla propria relazione sentimentale che persegue la finalità di far dialogare i coniugi in crisi e di farli confrontare in modo collaborativo nel preminente interesse dei figli (per quanto riguarda le modalità di affidamento, gestione, mantenimento…) in un ambiente neutro e protetto.

Quando si ricorre alla mediazione familiare?

Alla mediazione familiare si ricorre quindi quando la famiglia si disgrega, vengono a mancare l'amore e i sentimenti che un tempo alimentavano la coppia e subentrano a questi le offese, i rancori e le sofferenze. Queste situazioni di malessere tra i coniugi influiscono ovviamente in modo negativo sui figli, i quali subiscono, non solo il trauma della separazione, ma si trovano spesso ad essere oggetto delle discussioni fra i genitori e strumento di ricatto tra gli stessi. Lo strumento della mediazione si inserisce proprio in questi contesti.
Per approfondimenti leggi Quando si ricorre alla mediazione familiare

Principi base della mediazione familiare

I principi base della mediazione familiare pertanto, tirando le fila, sono fondamentalmente due:

  • il principio della competenza, perché sono le stesse parti ad avere la competenza a decidere della propria vita;
  • il principio della responsabilità, in quanto le parti, mettendo da parte l'astio iniziale, riattivano i canali comunicativi interrotti per difendere il senso più profondo della famiglia che coincide con la responsabilità genitoriale. La mediazione familiare infatti ha come obiettivo primario quello di tutelare il diritto del minore di crescere e mantenere un rapporto equilibrato con entrambi i genitori, nel rispetto del cosiddetto principio di bigenitorialità che si pone alla base dell'affido condiviso.

Come funziona la mediazione familiare

La mediazione familiare consiste in un percorso articolato in una serie d'incontri in presenza di un solo coniuge o di entrambi, presso enti privati o pubblici competenti. In genere è previsto un primo incontro informativo e gratuito e a seguire una serie d'incontri, per una media di 6/8, anche se il numero delle sedute varia naturalmente in base alla complessità del conflitto.

Si tratta di un percorso che può essere intrapreso volontariamente, oppure sotto richiesta del giudice, in caso di giudizio pendente. In genere in quest'ultimo caso, agli incontri di mediazione le parti possono chiedere che vi prendano parte anche i rispettivi avvocati.

Durante gli incontri ai coniugi viene data la possibilità di esprimere in modo libero e sereno il proprio punto di vista, il proprio stato emotivo e le proprie difficoltà nel gestire, anche a livello pratico, la fine del rapporto e le nuove abitudini di vita, che un tale cambiamento comporta.

La finalità pratica della mediazione familiare è infine quella di redigere, alla fine del percorso, un documento di accordo sulla gestione della famiglia post crisi e che i coniugi che hanno in corso un procedimento giudiziale di separazione o divorzio, presentano al giudice.

Chi è il mediatore familiare

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Il mediatore familiare è un professionista "confidenziale" che opera in totale neutralità e imparzialità. Tutti gli atti della mediazione sono infatti coperti dal segreto professionale e dalla riservatezza. Il mediatore infatti, nel gestire la mediazione, deve mantenere il segreto professionale, non deve fornire pareri, né suggerire soluzioni. Il suo compito è quello di aiutare le parti a confrontarsi per giungere a una soluzione soddisfacente per entrambi, nel primario interesse dei minori.

Chi può fare il mediatore familiare?

Il mediatore familiare in Italia, a differenza di altri Paesi Europei, pur essendo una figura riconosciuta, non è regolamentata. Non esiste infatti un Albo o un Ordine e il legislatore non ha stabilito regole o requisiti particolari per esercitare questa professione. Il mediatore familiare esercita in sostanza una professione non protetta né regolamentata. Per questo la professione di mediatore familiare viene svolta per lo più da soggetti che non la esercitano in via esclusiva. Si tratta soprattutto di psicologici e avvocati che si formano, frequentando corsi specialistici e master, per esercitare l'attività di mediazione familiare, come seconda attività.

Quanto costa un mediatore familiare

Passando all'aspetto venale della mediazione, ossia al costo del mediatore familiare, occorre precisare che esso dipende molto dalla natura privata o pubblica dell'ente all'interno del quale opera. A incidere sul costo delle sedute infatti non è solo l'attività del mediatore, ma tutta l'organizzazione che ruota attorno a questa figura. Più corretto quindi parlare di costo della mediazione familiare, che a seduta comporta in genere un costo che parte in genere dai 70 euro fino ad arrivare ai 100 euro o anche di più. Pertanto, quante più sono le sedute, tanto maggiore è il costo complessivo del percorso.

La mediazione familiare nel codice civile

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La mediazione familiare nel nostro ordinamento, al pari della figura del mediatore familiare, non è disciplinata da una legge. Questo percorso però ha acquisito dignità e riconoscimento con la legge n. 54 del 2006, che ha sancito il principio della bigenitorialità nel nostro ordinamento e che ha introdotto l'art. 155 sexies, che menzionava appunto la mediazione familiare.
In seguito, quando il Dlgs. 28/12/2013 n. 154 è intervenuto per disporre la revisione delle disposizioni vigenti in materia di filiazione, l'art. 155 sexies è stato abrogato, ma il suo contenuto, anche se con alcune modifiche, è stato trasfuso nell'attuale art. 337 octies del Codice civile.
Norma che al comma 2 così dispone: "Qualora ne ravvisi l'opportunità, il giudice, sentite le parti e ottenuto il loro consenso, può rinviare l'adozione dei provvedimenti di cui all'articolo 337 ter per consentire che i coniugi, avvalendosi di esperti, tentino una mediazione per raggiungere un accordo, con particolare riferimento alla tutela dell'interesse morale e materiale dei figli."

Mediazione familiare obbligatoria?

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Un altro passo in avanti per quanto riguarda il riconoscimento formale della mediazione familiare e della figura del mediatore familiare è quello contenuto nella Riforma del processo civile della Ministra Cartabia, avvenuto con la legge delega n. 206/2021.
Riforma che prevede, tra l'altro, anche l'obbligo per il giudice, salvo eccezioni, con il decreto di fissazione della prima udienza "di informare le parti della possibilità di avvalersi della mediazione familiare."
Per quanto riguarda invece la figura del mediatore familiare, la legge delega di riforma così dispone:
  • che "l'attività' professionale del mediatore familiare, la sua formazione, le regole deontologiche e le tariffe applicabili siano regolate secondo quanto previsto dalla legge 14 gennaio 2013, n. 4;
  • l'istituzione, presso ciascun tribunale, di un elenco dei mediatori familiari iscritti presso le associazioni del settore, secondo quanto disciplinato dalla legge 14 gennaio 2013, n. 4, con possibilità' per le parti di scegliere il mediatore tra quelli iscritti in tale elenco;
  • prevedere che i mediatori familiari siano dotati di adeguata formazione e specifiche competenze nella disciplina giuridica della famiglia, nonché' in materia di tutela dei minori e di violenza contro le donne e di violenza domestica, e che i mediatori abbiano l'obbligo di interrompere la loro opera nel caso in cui emerga qualsiasi forma di violenza."
Un passo decisamente importante, forse però ancora poco per parlare di mediazione familiare obbligatoria.
Leggi anche La mediazione familiare in Italia e in Europa

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