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Data: 09/07/2005 - Autore: Giovanni Falcone I nostri antenati, reduci e in qualche caso protagonisti involontari di terribili eventi bellici, erano soliti ripetere: ?La necessità, aguzza l'ingegno?. Ciò è assolutamente vero. Voglio solo ricordare che, sovente, le più grandi invenzioni si sono registrate in tempo di guerra (dalla catapulta di medioevale memoria, alla scoperta dell'atomo nell'infausto ventennio nazifascista dell'ultima grande guerra). Oggi, per ragioni diverse, non per questo meno drammatiche, stiamo attraversando una grave crisi economica, ove l'intera Europa è in difficoltà, con l'Azienda Italia addirittura in recessione (crescita negativa cioè meno dello zero). Di fronte ad un mercato libero e globalizzato, non siamo competitivi, la produzione si riduce, calano i consumi, l'intera economia annaspa. Il consumatore, di fronte ad una gamma infinita di offerta (pur con qualche eccezione per alcuni settori monopolistici duri a morire, come quello dell'energia e non solo?), profittando della sua ?Libertà?, fa la sua scelta, non sempre conforme ad un campanilismo nazionale. Ricordo in negativo quando sulle nostre strade vedevamo solo macchine ?Fiat?. Non è un'era che personalmente rimpiango. Molti ritengono che la causa principale della crisi contingente, peraltro a livello europeo, vada in gran parte ricercata nell'invasione dal ?Made in China?. Sia la Germania che la Francia corrono ai ripari, proponendo alla Commissione Europea misure protezionistiche, tornando ai ?dazi? di nefasta memoria, che tante guerre, non solo commerciali, hanno provocato nei secoli passati. La nostra Banca d'Italia, dal canto suo, sta tentando l'impossibile per conservare e proteggere con malcelato orgoglio nazionale, l'italianità del nostro vetusto e ingessato sistema creditizio. Faccio fatica a intravedere qualche beneficio, soprattutto nel medio e lungo termine. Ma tant'é, ognuno si difende come può, in spregio alla concorrenza che, al contrario, come la storia insegna, potrebbe realmente rappresentare l'unico antidoto efficace, alimentando un circolo virtuoso per migliorare il rapporto qualità ? prezzo, ad esclusivo beneficio dei consumatori. A questa ?Paura della Libertà?, quale può essere l'alternativa? Provo ad elencare qualche priorità: - Investendo nella ricerca, magari accentrando sinergicamente le forze a livello europeo per ottimizzare i risultati (vedi USA, ove spendendo la metà dell'intera Europa, sono mediamente 20 anni avanti?.); - Ridurre la burocrazia, migliorando la qualità dei servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione, anche attraverso un'accelerazione di processi informatici al suo interno; - Realizzare le infrastrutture, soprattutto nei trasporti (aumentando gli aeroporti), soprattutto al sud, essendo il nostro Mezzogiorno ad alta vocazione turistica (è un bene che ci ha dato madre natura, si tratta solo di valorizzarlo e saperlo vendere); - Valorizziamo il patrimonio artistico ed archeologico, essendo considerato, il nostro Paese, un museo a cielo aperto (per esempio, offrendo l'ingresso gratuito nei Musei per ogni settimana di vacanza sul territorio nazionale, ad esclusivo giovamento dell'indotto); - Aumentiamo il controllo del territorio (soprattutto nel Mezzogiorno), anche retribuendo meglio le Forze dell'Ordine, per un più efficace contrasto alla criminalità organizzata; - Contrastare con metodi più efficaci l'evasione fiscale, che ancora adesso rappresenta la vera palla al piede di questo Paese, provocando una carenza di risorse indispensabili ad uno sviluppo equo e solidale (diamo gli strumenti normativi alla Guardia di Finanza per consentirgli di sapere dove cercare, modificando le c.d. ?Fonti d'innesco?!!!!). La ?Libertà?, non è solo una parola, è qualcosa di più, di unico, che deve valere sempre, anche nell'economia del mercato mondiale. ?Non abbiate paura?, di Karol Wojtyla. giovannifalcone@excite.it |
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