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Data: 16/04/2017 15:00:00 - Autore: Franco Pani di Franco Pani - Da più parti della Penisola giungono voci relativamente al fatto che i vari Caf e commercialisti preferiscano non prendere in considerazione i dati inviati in modo telematico da parte di amministratori condominiali e relativi alle possibili detrazioni fiscali inerenti lavori straordinari eseguiti nell'edificio; forse per una loro convenienza economica, anche perché ad esempio alcuni pare neghino proprio ai Cittadini che gli amministratori abbiano trasmesso o comunque avuto il compito di inoltrare telematicamente i dati; mettendo così in estrema difficoltà quei Gestori Condominiali più attenti e che hanno quindi dovuto raccontare agli stessi Cittadini da loro amministrati la fatica fatta per oltre 2 mesi e gli eventuali disservizi da tale improbo compito causati agli edifici amministrati. Alla fine, quindi, val la pena domandarsi se sia o meno servita la gran fatica svolta dagli amministratori più competenti ed informati (perché non tutti sapevano, pare, e non tutti hanno quindi dovuto sobbarcarsi l'immane mole di lavoro necessario fra gennaio e febbraio). Come spiegato in altro articolo a questo "gemello" e presente su questa stessa rivista, la mole di lavoro svolta è stata veramente assurda, per i tempi della pubblicazione del Decreto inerente e soprattutto a causa delle successive note esplicative, emesse ancora più tardi da parte dell'Agenzia delle Entrate; mettendo in molti casi a rischio il rapporto dei gestori immobiliari con i condòmini amministrati, preoccupati dalla quasi totale "sparizione" dei loro amministratori, immersi per due interi mesi solo nei necessari compiti da svolgere per accontentare quello che a questo punto risulta, almeno all'apparenza dei risultati elencati ad inizio articolo, essere solo uno sfizio dello Stato e dei suoi rappresentanti. Se ora veramente, come pare certo, non potendo indubbiamente dubitare delle informazioni giunte da una miriade di colleghi indignati e sparsi ovunque lungo il territorio nazionale, né i Caf né i Commercialisti se ne fanno alcunché della "PrecomPlicata", cosa pensare di questo nuovo balzello imposto dallo Stato ad una categoria dal medesimo già più che bistrattata? Forse il primo pensiero palesato in convegni ed articoli alla vista, non tanto del Decreto Ministeriale (indubbiamente soft, rispetto al lavoro poi richiesto), ma delle prime note esplicative emesse dall'Agenzia delle Entrate, che trattavasi solo, tanto per cambiare (come per il Quadro AC, le ritenute d'acconto, il 770, ecc.), di un nuovo tentativo di controllo incrociato, dove gli amministratori più che aiutare i Cittadini (come dovrebbe essere per il modello 730 precompilato) di fatto non hanno che fornito dati sui quali poter eseguire verifiche e multare poi più facilmente i Contribuenti. Non dovrebbe neppure servire a "purificare" la categoria, come forse hanno pensato alcune delle storiche associazioni, gira infatti voce (ma ora ve ne è anche prova scritta) che diverse di esse, evidentemente arrogandosi (sbagliando in tal modo anche lo Stato, scambiandole per interlocutori unici) il diritto di rappresentanza quasi monopolistico, abbiano sin dal mese di Novembre incontrato i vertici dell'Agenzia, concordando le modalità e le particolarità di compilazione ed inoltro poi richieste fra gennaio e febbraio dalla medesima Agenzia delle Entrate; se la speranza era quella che chi non strutturato e non informato, grazie alle pesanti multe previste, possa essere poi "estrapolato" dal mercato (premiando così solo i più qualificati, come sarebbe giusto), ritengo che sia vana, il metodo di selezione dovrebbe essere un altro, vista infatti la non tracciabilità degli stessi amministratori più incompetenti difficilmente lo Stato riuscirà alla fine a raggiungerli con una qualsiasi sanzione, mentre sarà più facile che vengano sanzionati, per piccoli errori venali, proprio quelli più ligi al dovere, avendo effettuato l'inoltro telematico ed essendo quindi più facilmente identificabili. Certo questo pre-coinvolgimento di alcune delle associazioni spiega anche perché le stesse siano alla fine risultate pressoché latitanti quando si è trattato di dover difendere la Categoria, nel momento del bisogno e della disperazione; certo non si può andare a prendere accordi due mesi prima e poi rimangiarseli quando ci si accorge che la propria base risulta disperata a causa degli stessi, meglio quindi far finta di niente e tacere, una volta fatta la frittata. Come già accennato nell'altro articolo "gemello" anche in questo caso la colpa non è forse dei vertici, ma di chi dà loro modo di esistere, associandosi a dette strutture che hanno indubbiamente un'idea distorta relativamente alla difesa degli interessi e della "tranquillità" dei propri associati. Nella speranza che in un prossimo futuro anche i vari amministratori si "illuminino" puntando alle Associazioni che, oltre ad elargire corsi, corsetti ed attestati (comunque previsti, per carità), intervengano con forza quando si tratta di difendere anche gli interessi della categoria, speriamo comunque in meno nuovi compiti sulle spalle degli amministratori nel prossimo futuro. Franco Pani Presidente Nazionale Confamministrare e Resp. Centro Studi Condominiali di Confabitare |
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