Data: 18/04/2017 22:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli – La commissione giustizia del Senato ha approvato nei giorni scorsi il d.d.l. Falanga sull'abusivismo edilizio (qui sotto allegato) che ora si appresta ad approdare in aula per l'emanazione definitiva. Non si tratta tecnicamente di un condono, ma di un provvedimento che detta delle priorità che orienteranno la fase di demolizione.

Abusivismo di necessità e di speculazione

Il provvedimento, infatti, torna nei fatti a distinguere l'abusivismo di necessità dall'abusivismo di speculazione e stabilisce sostanzialmente che, nella selezione degli immobili da demolire, il secondo verrà considerato un criterio di priorità.

In altre parole, gli immobili abusivi per speculazione dovranno essere abbattuti prima degli immobili abusivi per necessità.

Criteri di demolizione

Più precisamente, il d.d.l. disegna una vera e propria gerarchia di demolizione, stabilendo che gli immobili abusivi che devono essere abbattuti per primi sono quelli costruiti in aree demaniali o in zone soggette a vincolo ambientale, paesaggistico, sismico, idrogeologico, archeologico o storico-artistico. Solo successivamente a questi vanno demoliti gli immobili abusivi che rappresentano un pericolo per l'incolumità pubblica o privata. Infine, la demolizione potrà riguardare gli immobili abusivi in uso ai soggetti condannati per reati di stampo mafioso (restano fuori dall'elencazione, tuttavia, quelli in uso ai loro familiari).

Priorità agli immobili non abitati

Tale gerarchia si intreccia, poi, con un'altra previsione, ovverosia quella in forza della quale nell'ambito di ciascuna delle predette categorie di immobili abusivi deve essere di regola accordata priorità nella demolizione "agli immobili in corso di costruzione o comunque non ultimati alla data della sentenza di condanna di primo grado, e agli immobili non stabilmente abitati".

Competenza ai Prefetti

Il d.d.l. stabilisce, infine, anche un passaggio di competenze, stabilendo che ad occuparsi delle demolizioni saranno i Prefetti e non più i Sindaci.

Per provvedervi, gli stessi avranno a disposizione 10 milioni di euro l'anno dal 2017 al 2020.


Tutte le notizie