Data: 23/04/2017 18:20:00 - Autore: Law In Action - di P. Storani
di Paolo M. Storani - Stando al comunicato che il Consiglio dei Ministri aveva diffuso nei giorni scorsi l'intento era quello di "perfezionarne l'impianto normativo".
In sostanza, l'Esecutivo sottoponeva al tagliando annuale il provvedimento normativo che mira a contrastare i casi di corruzione pubblica.
Ovviamente sino al pomeriggio di oggi (20 aprile 2017) non immaginavo di dedicare la quarta puntata della rubrica Frammenti a questa incredibile amarezza che coglie Raffaele Cantone nel pieno della sua azione anticorruzione; intendevo, invece, spiegare nel dettaglio come funziona ed agisce l'ANAC (acronimo che sta per Autorità Nazionale AntiCorruzione) che il prestigioso Magistrato napoletano (in aspettativa) sovrintende.
Si tratta di una figura di magistrato che mi ha sempre ispirato fiducia non fosse altro perché ho avuto occasione di leggere ed apprezzare alcuni suoi testi sia tecnici che divulgativi; da molti anni vive sotto scorta da quando gli investigatori ebbero le prove di un progetto di attentato organizzato dalla Camorra. Ha anche prestato servizio presso l'Ufficio del Ruolo e del Massimario della Corte di Cassazione.
L'espressione tedesca blitz entra nel lessico globale nel corso della Seconda Guerra Mondiale quando la Germania nazista stava conducendo le operazioni aeree in chiave di guerra lampo sull'Inghilterra; molti ignorano che Hitler era un fine stratega oltre che un diplomatico tanto abile quanto carogna.
Mi appare in questo frangente il vocabolo più pertinente ed adatto per descrivere il vergognoso colpo di mano di cui mi accingo a parlare.
Un autentico colpo di spugna governativo che sopprime uno strumento estremamente innovativo: il comma due dell'art. 211 del Decreto Legislativo del 18 aprile 2016, n. 50, molto incisivo in chiave di prevenzione dei reati perché consente (o meglio, consentiva!) di rimuovere con prontezza nei casi di evidente irregolarità, molto prima delle inefficienti movenze giudiziali, gli eventuali effetti degli atti illegittimi.
A ben guardare, l'attività dell'Autorità indipendente consiste in special modo nella prevenzione della corruzione nell'ambito delle pubbliche amministrazioni e degli appalti, nelle società partecipate e controllate in nome della trasparenza dei contratti pubblici, aumentando nel contempo l'efficienza nell'utilizzo delle sempre più scarse risorse.
Si aggiunga che nel comunicato diffuso da Palazzo Chigi non vi era il benché minimo riferimento alla modifica dei poteri dell'ANAC.
Pleonastico riferire che il Dott. Cantone, nella cui autorevolezza spesso il precedente Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, aveva confidato per esorcizzare le frequenti voci di inaffidabilità e di scarsa credibilità dell'esecutivo, è rimasto basito.
Infuriati anche i relatori in Commissione Lavori Pubblici del Senato, Stefano Esposito e Raffaella Mariani (ambedue del PD).
Oltretutto, il Parlamento ne risulta completamente scavalcato al pari della Commissione del Senato della Repubblica.
Ora il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni Silverj e il Ministro competente Graziano Delrio (Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti) dovranno dare delle spiegazioni e rispondere ai cittadini, assumendosi le pesanti responsabilità dell'accaduto o individuando i colpevoli: è questo il modo con cui intendono effettivamente combattere quell'idrovora delle tasse degli italiani ch'è la corruzione nel nostro paese?
Un atto davvero inescusabile che mina, in modo forse definitivo, il rapporto fiduciario con i cittadini, alle prese con la più spaventosa crisi economica degli ultimi tempi, unita alla catastrofe dell'esteso sisma.
Post scriptum: in serata il Governo, colto in castagna, fa trapelare la notizia che porrà rimedio. Non vi sarebbe stata "volontà politica" nel ridimensionare i poteri di Cantone espungendo una facoltà eccezionale e d'emergenza (inviare una "raccomandazione vincolante" all'impresa, con le indicazioni alle quali attenersi).
Evidentemente, i nostri decisori di Palazzo Chigi non si rendevano nemmeno conto di cosa stessero votando.
Preferibile la malafede o la dabbenaggine?
Nota dell'Autore del 22 aprile 2017 - Un nostro lettore, Giampiero Buonomo, ha proposto, a commento del mio pezzetto, una "visione alternativa", come emerge dal gradito post in calce alla presente notizia.
Il lettore (fantastico avere lettori così!) indica il link di un intervento di Sabino Cassese sul tema ANAC che verrà pubblicato prossimamente, nel mese di maggio, nell'edizione cartacea di Mondoperaio.
Emblematico il titolo: "Il grande gendarme".
In sintesi, Sabino Cassese sostiene che la competenza sui controlli preventivi dovrebbe essere assegnata ed esercitata dalla Corte dei Conti.
Stando all'ex giudice costituzionale la creazione di un corpo semi-giudiziario (se mi passate l'espressione) qual è l'ANAC, non a caso presieduto da un Procuratore della Repubblica, porterebbe ad una situazione di blocco in cui nessuno si vuol più assumere alcuna responsabilità.
Del resto, l'ANAC è un'autorità amministrativa e se rinviene irregolarità le contesta e le trasmette alle Procure.
Quel che mi lascia interdetto è la superficialità dell'Esecutivo, che prima sopprime alla chetichella una disposizione assai importante, uno dei punti qualificanti per le funzioni dell'ANAC e per l'incisività del nuovo Codice Appalti, e, poi, sotto l'infuriare della polemica (e verosimilmente dietro pressioni di Matteo Renzi, premier ombra), fa retromarcia, asserendo di essersi sbagliato.
Oltretutto, se non erro (stando ad un lancio d'agenzia) Cantone non si era mai avvalso di quel potere eccezionale e, quindi, la spiegazione non può consistere in un ipotetico abuso nell'utilizzarlo.
Pertanto, Cantone (il cui mandato dura sei anni a partire dal 27 marzo 2014) non meritava questo modo d'intervento a piedi uniti che appare come un mix feroce tra il ruolo di salvatore della patria che Renzi gli ha impropriamente attribuito a mo' di scarico di coscienza e il rigetto del ceto politico che vuole agire indisturbato.
Infine, a partire dal Governo Renzi si è inaugurato un metodo inaccettabile che partorisce leggi fantasma, frutto di consigli dei ministri tenuti in modo informale, con norme che vengono redatte in seguito da oscuri e misteriosi sherpa; tanto per dire, la soppressione del potere eccezionale d'emergenza di Cantone parrebbe avvenuta nel consiglio dei ministri del 13 aprile 2017.
(Poi, vi sarà stato il lavorio degli uffici legislativi che cercano di armonizzare provvedimenti approvati dal Governo con la discutibile formula "salvo intese", che vuol tutto e niente.)
Peccato che l'autorevole interessato (Raffaele Cantone, intendo), prima destinatario di continue richieste di parere preventivo, l'ha appresa mentre si stava disputando il quarto di finale di Champions League Barcellona-Juventus, vale a dire "la sera di mercoledì quando un testo, ancora non ufficiale, arriva nel suo studio": lo riporta la sempre informatissima Liana Milella a pag. 11) de La Repubblica del 21 aprile 2017.
Ma per il momento il ridimensionamento dei poteri risulta approvato con tanto di firma del Presidente della Repubblica.
Al Capo dello Stato - stando a quel ch'è dato capire - sarebbe stato sottoposto un testo adottato con procedura incostituzionale: infatti, il Governo non poteva apportare modifiche al testo già assoggettato al Parlamento senza prima ripassare al vaglio delle Commissioni competenti.
Interessante, poi, lo scambio di post di ottimo livello avvenuto il 21 aprile 2017 (ieri) sulla nostra bacheca Facebook tra i lettori Paolo Fabrizia Bosco e Pietro Staine: ne condivido pienamente le ragioni addotte in ordine al sistema dell'offerta economicamente vantaggiosa, con i correlati ribassi sui lavori.
Anche a costoro invio i miei ringraziamenti.
Le precedenti puntate della rubrica Frammenti sono state dedicate al Daspo di Mamadou Tounkara (4 marzo 2017), a Predrag Matvejevic e al Ponte di Mostar (5 marzo 2017) e alla UBI Banca (7 marzo 2017).
Potete aprirli dalla homepage (qui in alto a sinistra)​ di LIA Law In Action.


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