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Data: 31/05/2017 14:00:00 - Autore: Gabriella Lax di Gabriella Lax - Vitalizi, si dice addio ai privilegi per i parlamentari, ma la beffa è che si aumentano la reversibilità. Insomma quello che era uscito dalla porta rientra dalla finestra. Gli assegni pensionistici ed i vitalizi sembravano essere stati totalmente rivoluzionati dopo la proposta di legge Pd. Un taglio netto, almeno così pareva, agli assegni pensionistici se ci sarà il placet della Consulta, con trattamenti previdenziali futuri dei parlamentari italiani più vicini a quelli dei dipendenti pubblici. Per questo il ritocco dell'assegno di reversibilità ai congiunti (se sprovvisti di altri mezzi) lascia perplessi. Sulla proposta di Matteo Ricchetti (Pd) c'è stato l'ok alla Camera della commissione Affari costituzionali al provvedimento sui vitalizi, con il sì di Pd, M5S, Ap, Ala e Sinistra italiana. Hanno votato contro Forza Italia, Direzione Italia e Democrazia solidale-Centro democratico (assente la Lega). Politici: via i privilegi, ma aumenta la reversibilità per il coniugeNon mancano perplessità espresse dalla stessa Commissione. Innanzitutto circa le norme di adeguamento alle nuove disposizioni sui vitalizi che dovranno mettere in atto regioni e province autonome. A tal proposito si potrebbe pensare ad introdurre una "clausola di salvaguardia" affinché le disposizioni si applichino rispettando i singoli statuti. La commissione vorrebbe l'eliminazione dell'articolo sulle norme transitorie e che tra l'altro prevede che le Camere ridetermino l'ammontare di tutti gli assegni vitalizi e delle pensioni attualmente erogate, entro sei mesi, in modo da adeguarle alle nuove norme. L'emendamento proposto da Daniela Gasparini (Pd) prevede che il coniuge beneficiario della reversibilità che non abbia "redditi da lavoro dipendente/autonomo e d'impresa, rendite fondiarie e redditi da capitale" percepirà il 60% dell'importo (come il resto dei concittadini) ma aumentato di un quinto, in automatico, senza soglia massima né criteri patrimoniali. Il testo recita: «In assenza di altri redditi di cui all'articolo 6, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, per i soli trattamenti in essere alla data di entrata in vigore della presente legge, la misura della pensione di cui all'articolo 11 è aumentata del 20 per cento». Una misura, chiarisce la parlamentare, pensata su situazioni personali a volte gravose: vedove, anziani e figli disabili, per intenderci. Ora, bisognerà vedere cosa emergerà durante l'esame in aula alla Camera. Esame che doveva iniziare oggi ma che probabilmente slitterà alla prossima settimana.
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