Data: 21/06/2017 18:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli – Pur se si accerta che la madre ha contribuito a deteriorare il rapporto del figlio con il padre, tale circostanza non è idonea a privarla dell'affido e del collocamento del minore. Il giudice, semmai, può irrogarle una sanzione da versare in favore della cassa per le ammende.

Il rapporto va ricondotto nei limiti della normalità

I giudici della prima sezione civile della Corte di cassazione, con la sentenza numero 15200 del 20 giugno 2017 (qui sotto allegata), hanno infatti respinto il ricorso presentato da un padre avverso la decisione del giudice del merito di non disporre il collocamento prevalente del figlio presso di lui dopo aver accertato che la ex moglie aveva coinvolto il piccolo nei contrasti di coppia.

Per i giudici, le carenze educazionali della madre sono state giustamente sanzionate con la condanna al versamento di una somma alla cassa delle ammende. Per il resto, considerato lo stretto rapporto del figlio adolescente con la donna, la scelta migliore non è quella di allontanarli ma di favorire il dialogo con il padre incrementando il diritto di visita e di cercare di ricondurre il rapporto dell'intero nucleo familiare nei limiti della normalità.

L'equilibrio del figlio va preservato

Del resto, costringere il minore a mutare radicalmente le proprie abitudini di vita, trasformando il rapporto che lo lega alla madre, rappresenta un forte rischio per l'equilibrio del figlio che invece è doveroso tutelare, sia per i genitori che per i giudici.


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