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Data: 29/08/2017 15:10:00 - Autore: Gabriella Lax di Gabriella Lax - Rincari generalizzati e un mese in più di canone da pagare, nel corso di un anno, per i servizi telefonici e televisivi. È rimasto completamente ignorato il divieto di Agcom, l'Autorità garante delle comunicazioni, espresso in una delibera del marzo 2017 e di recente confluito in una multa salata ad una delle principali compagnie telefoniche (leggi: Multa a Wind per la riduzione a 28 giorni del rinnovo delle offerte: cosa cambia per gli utenti). Le offerte non possono essere basate su addebiti ogni 28 giorniAgcom ha stabilito che riguardo alla rete fissa non ci possono essere offerte basate su addebiti ogni 28 giorni su rete fissa. Sono stati gli operatori telefonici (a cui si aggiunge Sky per la paytv) a modificare gli abbonamenti mensili dei propri utenti, passando la tariffazione da mensile a quella di 28 giorni. Un cambio contrattuale che equivale a un rincaro dell'8,6% dei prezzi annuali, con le mensilità in un anno che da 12 diventano 13. Era stata sempre l'Agcom, lo scorso marzo, a dare 90 giorni di tempo per tornare a tariffe mensili sul fisso. Le compagnie Vodafone e Wind hanno però continuato a usare quelle a 28 giorni, adottate poi anche da Tim da aprile e da Fastweb da maggio. Mentre Tiscali conserva canoni mensili. L'unico obbligo per le aziende, in questi casi, è quello di comunicarlo agli utenti e di permettere loro di disdire il contratto gratuitamente in seguito al cambio delle condizioni contrattuali sottoscritte. In questo caso si tratta di "modifiche contrattuali unilaterali" imposte dagli operatori che consente agli utenti solo il diritto a disdire senza spese, entro 30 giorni. Proprio questo, nonostante i divieti di Agcom, è avvenuto per Sky che ha comunicato agli utenti la data del 30 settembre per rifiutare la modifica contrattuale chiedendo una disdetta gratuita del contratto.
Una norma nella legge di bilancioPer impedire tariffazioni a 28 giorni si sta muovendo il Pd, come riporta Fanpage, che pensa come soluzione ad una norma da inserire nella legge di bilancio per contrastare la pratica degli operatori telefonici o delle aziende che applicano abbonamenti mensili, emettono bollette a 28 giorni e non più con cadenza mensile. Quali dunque le possibili ipotesi legislative? Per la deputata del Pd Alessia Morani si potrebbe pensare «ad un sistema per aumentare la trasparenza possa essere quello di un calcolo su base settimanale delle bollette, in modo che l'utente possa farsi un calcolo e capire quanto spenderà, senza cadere nell'inganno delle 13 bollette invece che 12». L'altra soluzione è trovare un «modo per inserire l'obbligo mensile. Stiamo studiando le ipotesi – evidenzia - ancora non sappiamo quale può essere la più efficace», certo è che sarà necessario «un provvedimento che non possa concedere appigli agli operatori. Io sono convinta che l'unico modo per obbligarli è una legge, quindi bisogna studiarla bene». Intanto la stessa Agcom sembra abbia aperto una istruttoria sulla disubbidienza degli operatori, che comporterebbe sanzioni fino a 2,5 milioni di euro. Dopo la multa a Wind dei giorni scorsi, l'ultima istruttoria riguarda proprio Sky, a seguito delle tante segnalazioni da parte dei consumatori. A settembre arriveranno le decisioni. A febbraio 2018, intanto, è fissata l'udienza del Tar Lazio sul ricorso degli operatori che chiedono venga bloccata la delibera di Agcom di marzo. |
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