Data: 31/08/2017 19:00:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax - Un assegno minimo da 600 euro che pu� arrivare fino a 680 per i giovani che andranno in pensione con il contributivo, anche se i premi versati non sono sufficienti a garantirlo, con una riduzione quindi della soglia prevista. Su questa scia si � aperto ieri il confronto tra Governo e sindacati sulle pensioni, chiuso con la presentazione della proposta dell'esecutivo alla triplice.

In pensione prima di 70 anni e assegno di garanzia per i giovani: la proposta del Governo

L'idea del ministro del lavoro Poletti presentata al vertice tra il governo e i leader di Cgil, Cisl e Uil, � destinata ai giovani che rientrano interamente nel sistema contributivo, che hanno iniziato a versare le contribuzioni da gennaio 1996 e che vivono carriere lavorative discontinue. Il governo ha pensato ad una pensione prima dei 70 anni e con 20 anni di contributi, considerato che hanno maturato un trattamento pari a 1,2 volte l'assegno sociale (448 euro), al posto dell'attuale 1,5. In sostanza, in pensione potrebbero andare con un assegno minimo di circa 650-680 euro, considerato che aumenterebbe la cumulabilit� tra assegno sociale e pensione contributiva. Cos� verrebbe elevata la quota cumulabile dell'assegno sociale dall'attuale un terzo fino al 50% (ossia 224 euro), maggiorazioni sociali comprese.

Nulla di fatto, invece, per la possibilit� di bloccare l'innalzamento automatico dell'et� pensionabile che dal 2019 � destinata ad aumentare rispetto agli attuali 66 anni e 7 mesi.

Le risposte dei sindacati alla proposta

Critici sul fronte dell'innalzamento dell'et� pensionabile, i sindacati hanno mostrato apertura alla proposta salva-precari. Per la triplice si dovrebbe arrivare ad un coefficiente intorno a 2-2,2 per consentire di accedere alla pensione anche chi avrebbe un assegno di circa 1.200 euro.

Come riporta AdnKronos, per il segretario generale della Cgil Susanna Camusso si registra �una disponibilit� del governo ad affrontare i temi legati alla prospettiva previdenziale per i giovani e alla previdenza complementare. La base di una pensione adeguata non possa essere 1,5 volte l'assegno sociale (pari a 448,07 euro per tredici mensilit�) ma che appunto la soglia vada rivista al ribasso�. Per il segretario confederale della Cisl, Maurizio Petriccioli �L'ipotesi del governo della riduzione del parametro minimo dell'1,5 � certamente positiva, tuttavia se vogliamo implementare la flessibilit� in uscita dobbiamo lavorare anche sui parametri per andare in pensione prima. Ridurre anche quello del 2,8 significa ripristinare flessibilit� al sistema, altrimenti di fa una cosa incompleta. Il coefficiente di 2,8 vuol dire mandare in pensione solo chi ha un assegno di 1.400 euro cui arriverebbero in pochissimi�.

Parzialmente soddisfatta anche la Uil. �C'� stato questo sforzo da parte del ministero di individuare la possibilit� di un nuovo meccanismo che riguarda i coefficienti portandolo da 1,5 a 1,2 volte il valore dell'assegno sociale e eventualmente anche quello del 2,8 � afferma il segretario generale Carmelo Barbagallo � ma riteniamo che sia necessario arrivare ad una soluzione entro il mese di settembre anche perch� ad ottobre sar� presentata la finanziaria al Parlamento�.

Contrario all'introduzione di una pensione di garanzia per i giovani che hanno avuto carriere discontinue, � il presidente dell'Inps, Tito Boeri convinto che si tratterebbe solo di un trasferimento di costi a carico delle generazioni future.

In calendario, dopo il primo round, sono previsti gli incontri successivi: il 5 settembre sul tema lavoro, il 7 e il 13 invece sulla casistica pensionistica.


Tutte le notizie