Data: 05/09/2017 19:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli – Se il pacco postale non è mai consegnato, il destinatario ha la possibilità di agire in giudizio per chiedere i danni alle Poste.

Il Giudice di Pace di Vicenza, con la sentenza numero 368/2017 qui sotto allegata, ha infatti condannato queste ultime a farsi carico di un risarcimento di 1000 euro per mancato recapito, chiarendo che il contratto di trasporto è un contratto a favore di terzi, nel quale quindi si assiste a una sostituzione nella legittimazione ad agire per far valere i diritti che derivano dalla fonte negoziale.

La sostituzione del destinatario al mittente

Il giudice ha a tal proposito richiamato un orientamento già affermato "con tranquillante uniformità" dalla giurisprudenza di legittimità, in base al quale la sostituzione del destinatario al mittente nei diritti che derivano da un tal genere di contratto si ha nel momento in cui le cose sono arrivate a destinazione o è scaduto il termine legale o convenzionale per il loro arrivo e il destinatario ne chiede la riconsegna.

Peraltro, se il vettore è convenuto in giudizio dal mittente ma dà la prova di aver ricevuto la richiesta di riconsegna della merce da parte del destinatario, potrà validamente contestare la legittimazione ad agire dell'attore derivante dalla perdita della facoltà di disporre della merce stessa.

La richiesta di riconsegna

Il Giudice di Pace ha chiarito anche che per l'efficacia della richiesta di riconsegna da parte del destinatario non è necessaria alcuna forma particolare. Si tratta, infatti, di una dichiarazione negoziale recettizia a forma libera. Anzi: come chiarito dalla Cassazione con sentenza numero 1932/1969, la richiesta di riconsegna può ritenersi validamente effettuata anche mediante citazione per danni notificata al vettore.


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