Data: 04/10/2017 19:00:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax - Un film o una fiction italiana a settimana per ogni canale tv in prime time, due per la Rai. Non solo. Crescita delle quote obbligatorie di investimento per l'acquisto o la produzione di opere europee e aumento delle sanzioni per il mancato rispetto degli obblighi. Questi i punti principali del decreto per le quote tv, approvato dal consiglio dei ministri insieme agli altri due provvedimenti attuativi della riforma sul cinema che, a detta del ministro della Cultura Dario Franceschini «valorizzano la creatività e il cinema italiano».

L'approvazione definitiva dei testi è prevista entro dicembre.

Più fiction e film italiani in tv

Il 55% di film e fiction in tv dovranno essere di produzione europea, e tra queste almeno la metà (per la Rai) e almeno un terzo (per le altre emittenti) dovranno essere Made in Italy. In particolare dovranno esservi un film o una fiction italiani a settimana per ogni canale tv, due per la Rai; così ha stabilito l'ultima versione del decreto rivisitata dopo le proteste degli scorsi giorni.

Nello specifico, in relazione agli investimenti obbligatori la normativa stabilisce che le quote passino gradualmente dal 10 al 15% per le tv private (l'entrata regime è fissata al 2020) e dal 15 al 20% per la Rai. Aumenterà anche la quota minima di ricavi annui riservata alle opere cinematografiche italiane: passerà dal 3,2% al 4,5% per le private, e dal 3,6% al 5% per la tv nazionale. Si recepisce in anticipo la direttiva europea in corso di approvazione e non sono esenti dagli obblighi anche Netflix, Amazon egli altri operatori web.

Sanzioni più pesanti

Per chi non si adegua aumentano le sanzioni che andranno da 100 mila euro a 5 milioni di euro oppure fino al 3% del fatturato quando il valore di questa percentuale è superiore ai 5 milioni. Le quote sono diminuite di molto rispetto alla prima stesura del provvedimento, in cui sono state accolte anche altre richieste delle emittenti, per esempio per le definizioni di produttore indipendente e di opera di espressione originale italiana.

Tutela dei minori nel settore cinematografico

Circa la tutela dei minori nella visione di opere cinematografiche e audiovisive, il provvedimento si ispira «ai princìpi di libertà e di responsabilità, tanto degli imprenditori del settore cinematografico e audiovisivo, quanto dei principali agenti educativi, tra i quali in primo luogo la famiglia, e sostituisce le procedure attualmente vigenti relative al "nulla osta" alla proiezione in pubblico dei film rilasciato dalla Direzione generale per il Cinema del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo».

Ecco le tre novità: è abolita la possibilità di vera e propria censura dell'opera. Non è infatti più previsto il divieto assoluto di uscita in sala di un'opera, né l'uscita condizionata a tagli o modifiche della pellicola. Viene definito un sistema di classificazione più flessibile, maggiormente conforme alle diverse tipologie di opere e coerente con il generale allargamento del pubblico in sala, che comprende oggi anche bambini molto piccoli. Infine, si introduce il principio di responsabilizzazione degli operatori cinematografici, che sono chiamati a individuare la corretta classificazione dell'opera in base alla fascia d'età del pubblico destinatario e a sottoporla alla validazione di un apposito organismo di verifica, la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche, che va a sostituire le attuali sette Commissioni per la revisione cinematografica.


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