Data: 21/10/2017 10:20:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli - In alcuni casi, l'importo della pensione di reversibilità può subire delle riduzioni rispetto al suo ammontare "normale", che risulta già ridotto rispetto alla pensione alla quale avrebbe avuto diritto il defunto.

Ci si riferisce, in particolare, alle ipotesi in cui i redditi del beneficiario superino determinate soglie.

Pensione reversibilità: le riduzioni applicate

In particolare, la pensione di reversibilità viene corrisposta per l'intero solo se il titolare della prestazione ha un reddito non superiore a tre volte il trattamento minimo Inps, che, per il 2017, corrisponde a 19.573,71 euro annui.

Se tale limite è superato, invece, la reversibilità è ridotta in maniera crescente.

In particolare, per redditi compresi tra la predetta somma e una somma pari a quattro volte il trattamento minimo Inps, ovverosia pari a 26.098,28 euro, la riduzione è pari al 25%.

Tale percentuale si alza al 40% se il reddito supera la somma pari a quattro volte il trattamento minimo Inps (26.098,28 euro) ma non quella pari a cinque volte il trattamento minimo Inps (32.622,85 euro).

Infine, se il reddito del beneficiario della reversibilità supera anche tale somma, l'importo della prestazione è ridotto alla metà.

Eccezioni

Tale regola conosce comunque delle eccezioni.

La reversibilità, infatti, viene corrisposta integralmente se il nucleo familiare comprende figli minori, studenti o inabili.

Inoltre, alcuni redditi del beneficiario della reversibilità non rilevano ai fini del superamento delle soglie previste per la riduzione. Sono ad esempio esclusi dal calcolo il TFR, il reddito della casa di abitazione, gli arretrati che sono sottoposti a tassazione separata, le rendite Inail, gli assegni di accompagnamento, le pensioni privilegiate e le pensioni e gli assegni per invalidi, ciechi e sordomuti.

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