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Data: 21/10/2017 20:30:00 - Autore: Valeria Zeppilli di Valeria Zeppilli - Nel question time che si è svolto in Commissione finanze alla Camera è emerso che nella Tares e, quindi, anche nella Tari che la ha sostituita da qualche anno, il computo della parte variabile della tariffa va fatto una sola volta e considerando complessivamente tutta la superficie dell'utenza, comprese quindi la parte abitativa e le pertinenze che sono situate nello stesso Comune. Il calcolo della TariIl calcolo della Tari, infatti, deriva da due quote: una quota fissa che è connessa ai metri quadrati dell'immobile e una quota variabile, mutevole a seconda del numero dei componenti della famiglia. Come è finalmente emerso in maniera palese dal question time, il calcolo corretto è fatto prima sommando i metri quadrati e poi applicando le tariffe. Peccato, però, che in Italia è frequente che le pertinenze siano divise dall'abitazione e che la quota variabile sia quindi applicata per tutte le pertinenze singolarmente, con conseguente moltiplicazione dell'importo complessivo della tassa. I rimborsiLe modalità illegittime di calcolo della Tari sono purtroppo molto diffuse nei Comuni della penisola e assumono diverse declinazioni, nella maggior parte dei casi incidendo in maniera significativa sulle tasche dei cittadini. È molto probabile, quindi, che a seguito della recente risposta ministeriale si moltiplicheranno le richieste di rimborso e i ricorsi ai giudici tributari in caso di riscontro negativo. Di certo, i riscontri dei Comuni alla risposta del Mef sono attesi con grande ansia dai cittadini. La presa di posizione, tuttavia, non è affatto agevole per gli enti locali, per le conseguenze in termini di costi che sia l'una che l'altra opzione possono comportare. |
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