Data: 02/11/2017 22:10:00 - Autore: Giampaolo Morini

Avv. Giampaolo Morini - La recente sentenza n. 24675/2017 delle Sezioni Unite della Cassazione in materia di usura ha suscitato molto clamore tra gli interpreti. � necessario precisare che la sentenza � pi� complessa di quanto possa sembrare ad una prima lettura, ed una lettura superficiale potrebbe portare a conclusioni sbagliate. Indubbiamente viene espresso al punto 3.4.3. della sentenza un principio che non pu� essere disatteso, ma attenzione: non nega l'"usura sopravvenuta" ma esclude solamente l'automatica inefficacia del tasso ultra soglia.

Il principio di diritto delle Sezioni Unite della Cassazione

Il principio di diritto � il seguente: "Allorch� il tasso degli interessi concordato tra mutuante e mutuatario superi, nel corso dello svolgimento del rapporto, la soglia dell'usura come determinata in base alle disposizioni della legge n. 108 del 1996, non si verifica la nullit� o l'inefficacia della clausola contrattuale di determinazione del tasso degli interessi stipulata anteriormente all'entrata in vigore della predetta legge, o della clausola stipulata successivamente per un tasso non eccedente tale soglia quale risultante al momento della stipula; n� la pretesa del mutuante pu� essere qualificata, per il solo fatto del sopraggiunto superamento ditale soglia, contraria al dovere di buona fede nell'esecuzione del contratto".

Il superamento del tasso soglia

Al punto 3.4.2. della sentenza si legge per� la ragione per cui il solo superamento del tasso soglia nel corso del rapporto non generer� automaticamente la nullit� o inefficacia della clausola contrattuale.

La Corte spiega che: La violazione del canone di buona fede non � riscontrabile nell'esercizio in s� considerato dei diritti scaturenti dal contratto, bens� nelle particolari modalit� di tale esercizio in concreto, che siano appunto scorrette in relazione alle circostanze del caso. In questo senso, pu� allora affermarsi che, in presenza di particolari modalit� o circostanze, anche la pretesa di interessi divenuti superiori al tasso soglia in epoca successiva alla loro pattuizione potrebbe dirsi scorretta ai sensi dell'art. 1375 c.c.; ma va escluso che sia da qualificarsi scorretta la pretesa in s� di quegli interessi, corrispondente al un diritto validamente riconosciuto dal contratto.

Ancora una volta, dunque, la Suprema Corte interviene nel contenzioso bancario imprimendo un ordine nuovo, di natura processuale, volto ad eliminare automatismi e a ripartire l'onere della prova. Il problema della sentenza � che tuttavia rischia di aver aperto nuovi e pi� complicati scenari: quali sono le particolari modalit�, ovvero condotte, che in concreto, si devono ritenere scorrette in relazione alle circostanze del caso?

Sicuramente sar� necessario ricorrere a due istituti estremi (al diritto) che sono i limiti dell'autonomia contrattuale, e l'abuso del diritto, istituti sempre pi� indispensabili a delimitare l'ambito di operativit� del diritto.

Resta comunque un nuovo ordine processuale: a chi l'onere della prova. Indubbiamente chi eccepir� la non debenza degli interessi per il sopraggiunto superamento del tasso soglia dovr� provare che le modalit� con cui si � giunti a tale superamento possono, in concreto ritenersi scorrette, non in linea generale, ma in relazione alle circostanze del caso.

Da domani dovremo quindi cominciare ad esplorare nuovi confini probatori, che purtroppo, ancora una volta andranno a gravare sul contraente pi� debole.

Avv. Giampaolo Morini

giampaolo@studiolegalemorinigiampaolo.it

0584361554

Corso Garibaldi, 7

55049 Viareggio (LU)


Tutte le notizie