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Data: 26/10/2017 21:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli di Valeria Zeppilli - Per la CEDU il rifiuto dell'Austria di ammettere alle unioni civili una coppia eterosessuale non viola gli articoli 8 e 14 della Convenzione e pertanto va convalidato. Infatti, in quello Stato l'unione civile � l'unico modo che le coppie omosessuali hanno per veder riconosciuta legalmente la loro relazione, mentre le coppie etero possono scegliere tra nozze e convivenza more uxorio. Con tale decisione si � quindi concluso il caso Ratzenbock e Seydl c. Austria (v. sentenza del 26 ottobre 2017 qui sotto allegata). La vicendaLa controversia giunta sino alla CEDU riguardava la vicenda di una coppia eterosessuale che, dopo una lunga e stabile convivenza more uxorio, aveva chiesto la stipula di un partenariato civile registrato, preferendola al tradizionale matrimonio. In cambio, per�, aveva ottenuto un secco no, convalidato poi dal TAR e dalla Consulta austriaca, con una comune posizione: il partenariato spetta solo ai gay. Coppie eterosessuali e omosessuali: nessuna discriminazionePer la Corte, tuttavia, in tale comportamento non pu� ravvisarsi una discriminazione, in quanto le coppie eterosessuali si trovano in una situazione che non � comparabile con quella delle coppie omosessuali. Alle prime, infatti, in Austria � concesso il matrimonio, mentre i gay non hanno diritto di sposarsi e necessitano di un'unione civile per poter dare un riconoscimento legale alla loro relazione. I ricorrenti, quindi, potevano decidere di sposarsi, al contrario di una coppia omosessuale. Ma non solo: gli stessi nel caso di specie non hanno provato in alcun modo di aver subito delle conseguenze specifiche dalla differenza tra nozze e partenariato, ma hanno posto a sostegno della propria opposizione al matrimonio solo la generica circostanza che l'unione civile � un'istituzione pi� moderna e meno gravosa. Le loro doglianze, quindi, non possono essere accolte. |
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