Data: 17/11/2017 17:00:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax - È un Mezzogiorno reattivo che consolida la ripresa del Paese. A soffermarsi su questa visione, che ribalta concezioni e i luoghi comuni sul Sud Italia, è l'ultimo rapporto Svimez, del 7 novembre 2017.

Rapporto Svimez, Mezzogiorno in crescita più del Centro Nord

I dati parlano, per il 2016, di un prodotto interno lordo che è cresciuto di un punto nel Mezzogiorno e solo del'0,8% nel Centro Nord del Paese.

Non solo il Mezzogiorno è uscito da una lunga fase di recessione ma, nel 2016, ha consolidato la ripresa, con dati per il secondo anno superiore, se pur di poco, rispetto al resto del Paese. In particolare i dati relativi all'industria manifatturiera aumentano al Sud nel biennio di oltre il 7%, più del doppio del resto del Paese (3%).

Nel rapporto Nord – Sud, inoltre, stando alle stime Svimez, per ogni 10 euro che arrivano al Sud come residui fiscali, 4 tornano immediatamente al Centro Nord sotto forma di domanda di beni e servizi. Dunque le risorse che affluiscono al Sud contribuiscono a dare sostegno a un'area di produzione e di consumo ancora rilevante per l'economia dell'intero Paese, dalla quale è lo stesso Nord a beneficiare.

Rapporto Svimez, inarrestabile al Sud la fuga dei cervelli

Tuttavia, l'indagine Svimez calcola una perdita di circa 200mila laureati meridionali con un calo in termini finanziari del Sud di circa 30 miliardi di euro. Alla fine del 2016, dal Meridione sono andati via 62mila abitanti: meno 9.300 residenti in Sicilia, 9.100 in Campania, 6.900 in Puglia. «Il Mezzogiorno – si legge nel rapporto - resterà terra d'emigrazione "selettiva" (specialmente di qualità), con scarse capacità di attrarre immigrati dall'estero, e sarà interessato da un progressivo ulteriore calo delle nascite».

Povertà e occupazione

Fotografano un dramma i dati relativi al rischio di povertà che, nel Mezzogiorno, si assesta al 34,1%. Lo stesso parametro nel Meridione è superiore sia rispetto al dato nazionale (19,0%) sia rispetto a quello del Centro-Nord (11,0%). Addirittura in Sicilia e Campania, il rischio di povertà arriva a sfiorare il 40%.

La povertà «resta sui livelli più alti di sempre e il livello di disuguaglianza interno all'area deprime la ripresa dei consumi» a causa delle politiche di austerità che hanno portato al deterioramento della capacità del welfare pubblico di controbilanciare le crescenti disuguaglianze indotte dal mercato.

Il tasso di occupazione registrato al Sud è ancora il più basso d'Europa (35% inferiore alla media UE). E ciò accade nonostante nei primi 8 mesi del 2017 siano stati incentivati oltre 90 mila rapporti di lavoro nell'ambito della misura "Occupazione Sud".

L'aumento dei posti di lavoro al Sud nell'ultimo biennio «riguarda innanzitutto gli occupati anziani e, nella media del 2016, si registrano ancora oltre 1 milione e 900 mila giovani occupati in meno rispetto al 2008». Si consolida dunque «un drammatico dualismo generazionale, al quale si affianca un deciso incremento dei lavoratori a bassa retribuzione, conseguenza dell'occupazione di minore qualità e della riduzione d'orario, che deprime i redditi complessivi». Nei primi 8 mesi di quest'anno, secondo il rapporto Svimez, «sono stati incentivati oltre 90 mila rapporti di lavoro nell'ambito della misura "Occupazione Sud", grazie alla proroga delle misure per la decontribuzione dei nuovi assunti nel Mezzogiorno decise dal Governo».

Rapporto Svimez, la ripresa del Sud proseguirà

In questo mare di difficoltà, a confortare sono le previsioni sulla crescita del Pil al Sud. In soldoni, l'economia del Sud, nonostante tutto, potrebbe riprendersi. Secondo il report, dal mese di ottobre 2017«il Pil italiano cresce dell'1,5%, risultato del +1,6% del Centro-Nord e del +1,3% del Sud». Così, nel 2018, il tasso di crescita del Pil nazionale si fermerà «all'1,4% con una variazione territoriale dell'1,4% nel Centro-Nord e dell'1,2% al Sud». A portare avanti l'evoluzione positiva del Pil nel 2017 e nel 2018 secondo Svimez sarà l'andamento della domanda interna, «che al Sud registrerà, rispettivamente, +1,5% e +1,4% (nel Centro-Nord, invece, aumenta quest'anno del +1,6% e il prossimo del +1,3%)». Per il 2018 Svimez prevede un significativo aumento delle esportazioni e degli investimenti totali, «che cresceranno più nel Mezzogiorno che al Centro-Nord: le esportazioni del +5,4% rispetto a +4,3%, gli investimenti del 3,1% rispetto a +2,7%».


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