Data: 23/12/2017 10:37:00 - Autore: Marina Crisafi

di Marina Crisafi - Ridurre il ricorso al carcere, riportando al centro del sistema la finalità rieducativa della pena, diminuire il sovraffollamento, razionalizzare gli uffici del settore penitenziario e valorizzar il ruolo della polizia penitenzia. Sono questi i cardini del decreto legislativo di riforma dell'ordinamento penitenziario approvato ieri, in esame preliminare, dal Consiglio dei Ministri.

§ Il decreto attua, si legge nel comunicato stampa del Governo, la delega per la riforma della materia contenuta nella legge 103/2017, "Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all'ordinamento penitenziario".

Carceri: ratio della riforma

Il provvedimento, scrive l'esecutivo, "è volto principalmente a rendere più attuale l'ordinamento penitenziario previsto dalla riforma del 1975, per adeguarlo ai successivi orientamenti della giurisprudenza di Corte Costituzionale, Corte di Cassazione e Corti europee".

Obiettivi della riforma dell'ordinamento penitenziario

Questi gli obiettivi del decreto legislativo di riforma, suddiviso in 6 parti, dedicate rispettivamente, all'assistenza sanitaria, alla semplificazione dei procedimenti, all'eliminazione di automatismi e preclusioni nel trattamento penitenziario, alle misure alternative, al volontariato e alla vita penitenziaria:

- ridurre il ricorso al carcere in favore di soluzioni che, senza indebolire la sicurezza della collettività, riportino al centro del sistema la finalità rieducativa della pena ex art. 27 Cost.

- razionalizzare le attività degli uffici preposti alla gestione del settore penitenziario, restituendo efficienza al sistema, riducendo tempi e costi

- diminuire il sovraffollamento, dando priorità alle misure alternative e potenziando il reinserimento sociale dei detenuti

- valorizzare il ruolo della Polizia Penitenziaria, ampliandone le competenze


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