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Data: 30/12/2017 16:00:00 - Autore: Valeria Zeppilli di Valeria Zeppilli – La legge Gelli numero 24/2017, come noto, ha introdotto delle importantissime modifiche nel mondo della responsabilità medica, modifiche che, però, non hanno tardato a generare dei contrasti interpretativi anche molto rilevanti, rispetto ai quali la giurisprudenza non è riuscita a trovare un punto di incontro soddisfacente. Basti pensare che, a distanza di meno di un anno dall'entrata in vigore della riforma, sono già dovute intervenire le Sezioni Unite a fare chiarezza su un aspetto fondamentale della legge numero 24: l'introduzione dell'articolo 590-sexies nel codice penale e la contestuale abrogazione della previgente disciplina sulla responsabilità penale di cui alla legge cd. Balduzzi numero 189/2012. Colpa medica: le diverse interpretazioniSu tale aspetto, e più nel dettaglio sulla punibilità dell'errore sanitario nel momento esecutivo, si è infatti creata sin da subito una sensibile difformità di vedute all'interno della quarta sezione penale della Corte di cassazione, che ha inciso sull'esatta determinazione dei confini di applicazione della nuova disciplina e dei profili del diritto intertemporale. La sentenza n. 28187/2017Con la sentenza numero 28187/2017, infatti, è stato affermato che la disciplina prevista dalla legge Balduzzi risulta nei fatti più favorevole rispetto alla legge Gelli, con tutte le conseguenze che ne derivano sui giudizi in corso. A sostegno di tale posizione è stata posta la circostanza che, mentre prima era esclusa la rilevanza penale delle condotte caratterizzate da colpa lieve in contesti regolati da linee guida e buone pratiche accreditate, oggi, ai fini della responsabilità penale, non sussiste più alcuna distinzione tra colpa lieve e colpa grave e il parametro di valutazione di ogni manifestazione di colpa per imperizia è stato identificato in un'articolata disciplina sulle linee guida. In sostanza, con la legge Gelli l'esonero da responsabilità diviene possibile solo se il sanitario abbia rispettato le linee guida in maniera effettiva e aderente alle caratteristiche del caso concreto, mentre non opererà se l'osservanza sia stata del tutto astratta (leggi: "Responsabilità medica: sì alle linee guida ma non in astratto"). La sentenza n. 50078/2017Con la sentenza numero 50078/2017, invece, i giudici della quarta sezione hanno giudicato più favorevole la legge Gelli rispetto alla legge Balduzzi. Sulla base di tale indirizzo interpretativo, occorre infatti fare leva sulla circostanza che con la recente riforma è stato nei fatti superato il problema del grado della colpa, attenuando il giudizio sulla colpa medica con l'introduzione di una causa di esclusione della punibilità per la sola imperizia (indipendentemente dal grado della colpa), che diviene operativa esclusivamente se l'esercente la professione sanitaria ha rispettato le raccomandazioni previste dalle linee guide o, in loro assenza, le buone pratiche clinico assistenziali, in ogni caso adeguate al caso concreto (leggi: "Responsabilità medica: la Cassazione chiarisce la portata dell'art. 590-sexies c.p."). Colpa medica: l'informazione provvisoria delle Sezioni UniteDa un lato, quindi, c'era un indirizzo che dava della nuova disposizione una lettura eccessivamente restrittiva, vicina all'impraticabilità, nel tentativo di superare i dubbi di legittimità costituzionale posti dalla lettera della norma; dall'altro c'era un indirizzo fin troppo appiattito sulle intenzioni del legislatore della riforma. La posizione espressa dalle Sezioni Unite nell'informazione provvisoria numero 31/2017 (qui sotto allegata) diviene quindi importantissima. In particolare, in tale sede i giudici hanno chiarito che il sanitario può oggi essere considerato penalmente responsabile:
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