Data: 14/03/2018 10:39:00 - Autore: Francesca Servadei

Avv. Francesca Servadei - I padroni dei cani devono prestare molta attenzione nel custodire i propri animali perché, purtroppo, le aule di tribunale sono sempre più spesso una sede ove viene decretata la condanna dei cittadini per i morsi dati dai propri amici a quattro zampe.

Una delle più recenti pronunce in ordine di tempo che si è occupata della questione è la sentenza della Corte di cassazione numero 3873/2018, che ha confermato la condanna di un uomo, proprietario di alcuni cani, che erano fuoriusciti dal cancello della sua abitazione e si erano avventati contro un passante, provocandogli lesioni personali. Nella sentenza si legge, infatti, che il proprietario degli animali era titolare di "una posizione di garanzia, che lo obbligava a controllare e custodire i suoi cani, adottando ogni cautela per evitare e prevenire possibili aggressioni a terzi, anche all'interno dell'abitazione".

Anche i cani sono pericolosi

Tale pronuncia ha ripreso un principio già sancito diverse volte dalla giurisprudenza di legittimità, come ad esempio nella sentenza numero 18814/2011 e, più recentemente, nella sentenza numero 30548/2016.

In tale seconda occasione, i giudici hanno avuto modo peraltro di specificare che "la pericolosità del genere animale non è limitata esclusivamente ad animali feroci ma può sussistere anche in relazione ad animali domestici o di compagnia, quali il cane, di regola mansueto", con la conseguenza che chi detiene un animale è sempre tenuto ad adottare tutte le cautele che si rendono necessarie a prevenire le sue possibili reazioni.

Conseguenze penali e civili

Le conseguenze della violazione di tale obbligo, peraltro, non sono di poco conto.

Il proprietario che non controlla il proprio cane, così permettendo a questo di mordere terze persone, può essere infatti innanzitutto condannato in sede penale per il reato di lesioni colpose, di cui all'articolo 590 del codice civile.

Ma non solo: è facile anche che la vittima chieda e ottenga il risarcimento dei danni fisici subiti.

Ad esempio, con la sentenza numero 9573/2016, la Cassazione ha confermato non solo la condanna di un uomo per il reato di cui all'articolo 590 c.p. ma anche il risarcimento di 5mila euro per le lesioni cagionate alla vittima disposto dal giudice del merito, confermando la quantificazione del danno basata sui seguenti parametri:

  • le conseguenze fisiche permanenti del morso, rappresentate da una ferita con effetti visibili permanenti,
  • la sofferenza cui la vittima era stata sottoposta,
  • il contraccolpo alle vertebre del collo riportato per effetto dell'aggressione.

AVV. FRANCESCA SERVADEI

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