Data: 21/02/2018 12:03:00 - Autore: Redazione

di Redazione - Sono sempre pi� frequenti i casi di dipendenti assenteisti presi con le mani nel sacco, sia nel pubblico che nel privato, nelle modalit� pi� disparate; si va dagli assenteisti seriali che richiedono i permessi in giornate strategiche come week-end e prefestivi ai furbetti del cartellino fino appunto all'utilizzo illecito di permessi malattia e relativi all'assistenza di familiari disabili (ex legge 104).

La vicenda

Al termine dello scorso anno anche la Elcograf, ex Mondadori, si era trovata di fronte ad un caso relativo ad un proprio dipendente della sede di Cles, in Trentino, sospettato di utilizzare in maniera illecita proprio i famosi permessi ex legge 104, richiesti per assistere la madre con disabilit�.
Il sospetto nasceva dalla regolarit� con la quale questi permessi venivano richiesti il venerd� o in concomitanza con il turno di notte del Dipendente, unita ai rumors aziendali connessi, che facevano presupporre un'attivit� del Dipendente completamente separata dall'effettiva assistenza della madre.

Da qui entra in scena la societ� investigativa Abbrevia, su mandato dell'azienda, che inizia a svolgere un'attivit� capillare durante le ore di permesso richieste dal dipendente, seguendo tutte le fasi; dall'appostamento volto ad individuare il soggetto al pedinamento in auto durante gli spostamenti, il tutto corredato da immagini video/fotografiche a testimonianza dei fatti. E cosa hanno scoperto gli investigatori?

Lavoro in campagna, piccole gite fuori porta e pomeriggi di shopping. Cos� passava il tempo il dipendente durante gli orari di permesso, andando a ledere il rapporto fiduciario con l'azienda ed intaccandone il patrimonio aziendale. Le sentenze in materia vanno nella maggior parte dei casi a confermare, proprio per queste due motivazioni, la legittimit� del licenziamento, anche in tronco, del lavoratore.

Abuso permessi legge 104: lavoratore "graziato" ma con sospensione di stipendio

Ed � qui che nasce la questione morale: � giusto licenziare una persona che sbaglia e approfitta dell'azienda con cui lavora per i suoi comodi? E' corretto privare di uno stipendio ed una sicurezza un lavoratore, magari con una famiglia nella quale � l'unico percettore di reddito, per degli errori di questo tipo?
Probabilmente � la stessa domanda che si sono posti i Responsabili Elcograf, ex Gruppo Mondadori e Leader Italiano oltre che tra i primi in Europa nella Stampa, quando si sono trovati di fronte alle prove, fornite dalla societ� investigativa, del comportamento scorretto del proprio dipendente.

Dopo un'attenta valutazione la decisione dell'azienda ha graziato il lavoratore, permettendogli di rimanere al suo posto di lavoro, ma punendolo con una sospensione di 7 mesi senza retribuzione. Considerando che il dipendente in questione ha pi� di 50 anni e le difficolt� che una persona di quell'et� pu� riscontrare nel rientrare nel mondo del lavoro, la scelta non pu� che considerarsi magnanima. L'unione tra punizione e gogna sociale, unita al perdono ed alla "seconda possibilit�" da una parte d� un segnale di umanit� che nella percezione generale dei lavoratori verso le grandi aziende si � un po' persa, dall'altra stigmatizza questi comportamenti verso gli altri dipendenti che probabilmente ci penseranno due volte a seguire l'esempio del collega.

Ogni caso andrebbe analizzato nello specifico per capire la gravit� del fatto ed il contesto; la questione morale perci� resta ancora in sospeso.

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