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Data: 22/02/2018 20:50:00 - Autore: Redazione di Redazione - Sono stati approvati oggi dal Consiglio dei Ministri tre dei decreti attuativi della riforma dell'ordinamento penitenziario. Si tratta nello specifico di provvedimenti riguardanti minori, lavoro e giustizia riparativa, mentre ik decreto legislativo che modifica le norme sulla vita in carcere e l'ordinamento penitenziario, già esaminato dal Parlamento, al momento è in stand by e dovrà essere approvato dal prossimo Consiglio dei ministri. Riforma carceri: il decreto sul lavoroIl primo decreto approvato in esame preliminare dal Cdm concretizza, si legge nel comunicato di palazzo Chigi, le disposizioni relative: - all'incremento delle opportunità di lavoro retribuito, sia intramurario che esterno, nonché di attività di volontariato individuale e di reinserimento sociale dei condannati, anche attraverso il potenziamento del ricorso al lavoro domestico e a quello con committenza esterna, aggiornando quanto il detenuto deve a titolo di mantenimento, nonché alla maggiore valorizzazione del volontariato; - al miglioramento della vita carceraria, attraverso la previsione di norme volte al rispetto della dignità umana mediante la responsabilizzazione dei detenuti e la massima conformità della vita penitenziaria a quella esterna. Si prevede, tra l'altro, che l'amministrazione penitenziaria possa "organizzare e gestire attività di produzione di beni o servizi, sia all'interno che all'esterno dell'istituto, promuovendo l'attività lavorativa orientata al c.d. 'autoconsumo' per la produzione di generi alimentari, da destinare al consumo dei detenuti stessi o alla vendita, anche negli spacci aziendali". Vengono introdotte, inoltre, nuove misure dedicate al lavoro di pubblica utilità (a titolo volontario e gratuito dai detenuti) quale strumento per soddisfare le esigenze connesse al lavoro penitenziario e le finalità di risocializzazione, prevedendo che l'amministrazione penitenziaria possa elaborare progetti ad hoc, da realizzare anche all'interno degli istituti o, sulla base di apposite convenzioni. Riforma carceri: il decreto sui minoriIl secondo decreto, approvato in via preliminare, riguarda la disciplina dell'esecuzione delle pene nei confronti dei condannati minorenni e dei giovani adulti (sotto i 25 anni). Punto nevralgico del testo sono "le misure penali di comunità e la previsione di un modello penitenziario che guardi all'individualizzazione del trattamento". Il fine è quello di individuare un'esecuzione penale che ricorra alla detenzione nei casi in cui non è possibile contemperare le esistenze di sicurezza e sanzionatorie con le istanze pedagogiche. Viene posto altresì un limite ai benefici per i detenuti sottoposti al 41 bis. Riforma carceri: il decreto sulla giustizia riparativaIl terzo e ultimo decreto, infine, detta disposizioni in materia di giustizia riparativa e di mediazione tra il reo e la vittima. Viene introdotto per la prima volta nel nostro sistema "un modello di intervento che mette al centro la vittima di reato, promuovendo percorsi di riparazione del reo nei confronti di chi ha subito il reato". I servizi di giustizia riparativa sono promossi tramite convenzioni e protocolli tra il Ministero della giustizia, gli Enti territoriali o le Regioni.
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