Data: 07/03/2018 16:35:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli – Per la Corte di cassazione, la circostanza che uno dei genitori sia affetto da disturbi della personalità che si manifestano con condotte aggressive e violente non è di per sé sufficiente a giustificare una deroga al regime ordinario dell'affidamento condiviso dei figli.

Tale regime infatti, come si legge nella sentenza numero 5096/2018 qui sotto allegata, "non involge il rapporto quotidiano fra genitori e figli, ma rileva soltanto nelle sporadiche occasioni di decisioni di particolare importanza".

Tutela dei minori

Di conseguenza, se tali decisioni possono essere compiute a prescindere dai disturbi della personalità (come avviene quando, come nel caso deciso dai giudici, la malattia si manifesta soltanto in situazioni di grave stress), nulla esclude che l'affidamento sia condiviso tra la madre e il padre.

Le accortezze necessarie per tutelare i minori, semmai, sono altre e si possono concretizzare, ad esempio, nel collocare i piccoli presso il genitore non affetto da disturbi della personalità e avendo cura di disciplinare adeguatamente i loro incontri settimanali con il genitore affetto da simili patologie.

La vicenda

Nella vicenda sottoposta all'attenzione della Corte, gli incontri dei figli con la madre, che aveva manifestato, in condizioni di stress, atteggiamenti violenti e aggressivi, si svolgevano due a casa della donna ma sotto la vigilanza dei servizi sociali e il terzo presso il servizio di neuropsichiatria infantile. Per i giudici tanto basta a tutelare i minori e l'affidamento resta condiviso.


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