Data: 11/03/2018 13:24:00 - Autore: Marina Crisafi

di Marina Crisafi - Avvocati penalisti in sciopero martedì e mercoledì. L'Unione delle Camere penali ha deliberato infatti l'astensione dalle udienze e da ogni altra attività giudiziaria del settore penale per i giorni 13 e 14 marzo 2018. Martedì l'appuntamento è a Roma, presso la residenza di Ripetta, per invocare l'approvazione immediata della riforma delle carceri.

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Avvocati, martedì e mercoledì astensione dalle udienze

Contro la "politica esclusivamente carcerogena e carcerocentrica" che ponendosi in contrasto con il principio costituzionale dell'art. 27 e occorrendo "dare ulteriore appoggio e solidarietà alla lunga e civile protesta di Rita Bernardini e di oltre 10mila detenuti che stanno attuando lo sciopero della fame", l'avvocatura penale attua un'immediata presa di posizione per unificare e coordinare gli sforzi di coloro che vogliono l'attuazione della riforma penitenziaria. È quanto si legge nella delibera della giunta dell'Unione delle Camere Penali Italiane che ha proclamato la giornata di mobilitazione nazionale il 27 febbraio e l'astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale per i giorni 13 e 14 marzo 2018, per invocare a gran voce l'approvazione immediata dei decreti attuativi e dunque l'intera riforma penitenziaria.

Avvocati penalisti: appuntamento martedì a Roma

Non solo. Martedì si terrà a Roma (dalle ore 9,30), presso la Residenza di Ripetta, la manifestazione organizzata dall'Ucpi contro la mancata riforma dell'ordinamento penitenziario. La mobilitazione, si legge nel comunicato dell'Unione, "vuole essere un ulteriore forte richiamo al Governo affinché, prima dell'oramai prossima scadenza, approvi il testo già sottoposto al vaglio del Consiglio dei Ministri, dando voce a tutti coloro che autorevolmente si sono in questi mesi espressi a favore della riforma".

La riforma dell'ordinamento penitenziario voluta dal ministro Orlando, ricorda l'Ucpi, "è stata salutata dall'avvocatura penale come una grande riforma organica dell'esecuzione penale con la quale, dopo oltre quaranta anni, si è tornati a porre la finalità rieducativa ed il reinserimento sociale del condannato al centro della legislazione penale nella luce dei principi affermati dall'art. 27 c. 3 della Costituzione".

La riforma "pone ancora una volta l'Italia all'avanguardia nella elaborazione dei più avanzati strumenti di recupero e di trattamento penitenziario", affermano i penalisti, secondo i quali "i pareri non vincolanti espressi dalle Commissioni giustizia del Parlamento (ndr. Con cui sono state espresse alcune riserve) non possono costituire un ostacolo all'iter di approvazione definitiva della legge, dovendo il Governo restare fedele allo spirito della riforma ed alla lettera della delega".


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