Data: 11/05/2018 10:51:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax - Sono circa 300 milioni di euro i fondi per regioni ed enti locali per fare partire il Reddito di inclusione (Rei). La Conferenza unificata, infatti, ha approvato il decreto di riparto delle risorse destinate alla realizzazione del piano per gli interventi e i servizi sociali di contrasto alla povertà. Sono state finanziate anche nuove misure sperimentali per i cittadini borderline.

Approvato il documento chiave per il Rei

Si tratta del primo strumento programmatico per usare la quota dei servizi del Fondo povertà. Il Piano chiarisce obiettivi comuni e rappresenta il documento chiave per l'attuazione del Rei come livello essenziale delle prestazioni.

Ricordiamo che il reddito d'inclusione è la misura universale di contrasto alla povertà, intesa come "impossibilità di disporre dell'insieme dei beni e dei servizi necessari a condurre un livello di vita dignitoso, e dell'esclusione sociale".

Il passo successivo, dopo il via della Conferenza unificata, lo farà il governo che potrà emanare il decreto interministeriale (Lavoro-Economia) per il trasferimento ai territori delle risorse per rafforzare i servizi di sostegno alle persone in condizione di povertà.

Fondo povertà, gli obiettivi del Piano

In cifre, al finanziamento sono destinati 272 milioni dei 297 milioni complessivi stanziati per il 2018 (per il 2019 sono previsti 347 milioni e 470 nel 2020). Si tratta di fondi che serviranno a regioni e comuni per valutare i bisogni dei nuclei familiari in difficoltà, intervenendo con progetti personalizzati. Ulteriori 20 milioni saranno usati per interventi specifici in favore delle persone in condizione di povertà estrema e senza dimora. Dieci milioni saranno indirizzati alle regioni al netto dei comuni capoluogo delle città metropolitane, gli altri 10 milioni andranno ai comuni di Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma e Torino. Gli ultimi 5 milioni finanzieranno chi al compimento della maggiore età vive fuori dalla famiglia di origine sulla base di un provvedimento dell'autorità giudiziaria. Si tratta, in questo caso, di un intervento sperimentale per prevenire le condizioni di povertà e a fornire ai giovani in condizioni di fragilità strumenti utili a completare il percorso di crescita verso l'autonomia.

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