Data: 08/06/2018 15:00:00 - Autore: Francesco Pandolfi
Avv. Francesco Pandolfi - Quando non c'è un'istruttoria e una sufficiente motivazione per giustificare l'esigenza di prevenire abusi nell'uso dell'arma, l'eventuale revoca della licenza (di un fucile per il tiro a volo) è illegittima.
Parliamo di un caso dove il titolare era stato indagato per false informazioni al pubblico ministero.

Il fatto

Nella vicenda decisa dal Tar Salerno (con la sentenza n. 785/2018), l'interessato riceve il decreto del Questore di revoca della licenza di porto di fucile per l'esercizio dello sport del tiro a volo.
L'Autorità infatti dice che il ricorrente risulta indagato per il reato di cui all'art. 371 c.p.; inoltre è coinvolto in un'accesa controversia con parti sociali rappresentanti di lavoratori.

La soluzione del Tar

Semplice e lineare, favorevole per il ricorrente.
Il concetto di fondo è questo: la discrezionalità dell'amministrazione, pur vasta, non può trasformarsi in arbitrio.
Per essere mantenuta all'interno di questo perimetro la discrezionalità va esercitata sulla base di un'adeguata istruttoria.
Cosa che non si è verificata nel caso esaminato, dal momento che non emerge nessuna plausibile spiegazione sul come e perché un'ipotesi di reato come quella descritta possa direttamente o indirettamente incidere sull'affidabilità della persona interessata.
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