Data: 22/06/2018 11:20:00 - Autore: Valeria Zeppilli

di Valeria Zeppilli � Arriva il nuovo "Rapporto annuale sull'avvocatura italiana" realizzato dal Censis per la Cassa Forense, che disegna il nuovo volto della professione, segnando la fine del suo ciclo di crescita. Se nel periodo tra il 1995 e il 2017 il numero degli iscritti all'albo � cresciuto del 192%, tra il 2016 e il 2017 la percentuale di crescita si � limitata allo 0,4%, scendendo ancora rispetto all'1,9% che aveva caratterizzato il passaggio dal 2015 al 2016.

E dal futuro non ci si attende nulla di diverso: gli iscritti ai corsi di giurisprudenza delle universit� italiane, dall'anno accademico 2010/2011 all'anno accademico 2016/2017, sono scesi di oltre 23mila unit�.

Sempre pi� donne

Aumentano, tuttavia, le toghe rosa, tanto che oggi la professione non � pi� un affare per soli uomini ma � distribuita in maniera paritaria tra i due generi: le donne, infatti, in vent'anni sono circa 95mila in pi�, mentre gli uomini in pi� sono "solo" 64.700.

Redditi in crescita

Per quanto riguarda i redditi, nel 2015 hanno eguagliato quelli del 1995, mentre nel 2016 sono aumentati, in media, di circa 100 euro.

Resta ferma, per�, la netta divergenza tra gli avvocati uomini, residenti al nord e ultracinquantenni e le professioniste donne, residenti al centro-sud e giovani, con una netta maggior concentrazione di ricchezza nelle tasche dei primi.

In generale, le donne guadagnano il 43,8% di quanto guadagnano gli uomini.

Aspettative

Le aspettative degli avvocati, poi, non sono molto ottimistiche: solo il 29,3% prevede un miglioramento della propria condizione futura. Sui redditi le donne sono pi� positive, visto che il 31,2% immagina un aumento delle entrate (gli uomini che la pensano allo stesso modo sono invece il 27,8%). Ancora pi� ottimisti sono i giovani, considerando che il 45,7% ha in mente delle rosee prospettive reddituali.

Il 30% degli avvocati sconsiglierebbe agli studenti di intraprendere la professione e l'attrattivit� della professione non � maggiore se vista dall'esterno, posto che il 44% degli italiani ritiene che per troppo tempo gli avvocati si trovano in una condizione di precariet� e il 21% pensa che gli sbocchi professionali offerti dall'avvocatura non sono pi� adeguati.

Poca fiducia dai clienti

Ma non solo: i legali devono fare i conti con clienti poco fiduciosi. Basti pensare che il 48% degli italiani ritiene che le linee di tutela debbano essere condivise e solo il 16,6% lascia ai legali la libert� di decidere la difesa in autonomia.

Solo il 27,6% degli intervistati, poi, ha affermato che la prestazione professionale deve essere pagata a prescindere da quale sia l'esito della causa, mentre il 7,5% ritiene che il pagamento non pu� prescindere dal successo. Per il 31,4%, infine, la parcella dovrebbe essere pagata solo dopo aver verificato l'impegno e la diligenza del legale.

Digitalizzazione della professione

Infine il tema del digitale: il processo telematico ha reso i legali pi� vicini al mondo virtuale. Il rapporto Censis, infatti, racconta che, specie al Sud e nelle isole, i servizi online offerti da Cassa Forense sono sempre pi� sfruttati e apprezzati.


Tutte le notizie