Data: 22/06/2018 15:30:00 - Autore: Roberto Paternic�
di Roberto Paternic� - Con la relazione annuale del 29 Maggio 2018, la Banca d'Italia aggiorna la situazione delle caratteristiche economiche, strutturali e finanziarie italiane e agli ulteriori progressi da conseguire, per un Paese le cui fragilit� strutturali richiedono un percorso di riforma.
Coinvolti, giocoforza, nei cambiamenti indotti dalla globalizzazione, dall'innovazione tecnologica e demografica, per difendere il risparmio e sostenere la crescita economica � necessario dare credibilit� ai mercati finanziari. Rinnovare la struttura dell'economia, accrescere la produttivit� e mantenere sotto controllo la dinamica del debito pubblico. A ci� si aggiungono le tensioni sul fronte della costruzione europea per ridefinirne gli assetti normativi e istituzionali.

L'economia italiana oggi

Il P.I.L. (Prodotto interno lordo) nel 2017 si � irrobustito giungendo all'1,5%. Consumi e investimenti, sono aumentati del 3,8%, ma ancora lontani dai livelli precedenti la crisi. Le esportazioni, nel 2017, hanno rappresentato il fattore trainante della crescita registrando un'espansione del 5,4%, superiore a quella degli altri principali paesi dell'area dell'euro, soprattutto, per un avanzo delle partite correnti per cui le passivit� nette dell'Italia sull'estero hanno continuato a diminuire (dal 23% del prodotto nel 2013 a meno del 7).
La disoccupazione � scesa dal 13% (nel 2014) a circa l'11%.
L'attivit� produttiva � migliorata pressoch� tutti i settori registrando un'accelerazione nella manifattura e nei servizi con un primo incremento significativo dal 2006 nelle costruzioni. Vi � stata una ripresa della domanda di prestiti a bassi tassi d'interesse e l'accesso al credito � migliorato, ma con difficolt� per le imprese di minori dimensioni e per quelle delle costruzioni.
L'inflazione al consumo si � indebolita nei primi mesi del 2018, dopo essere tornata nel 2017 all'1,3%, e la dinamica dei salari � in linea con quella della modesta produttivit�.
Una politica monetaria (QE,etc.) meno espansiva potrebbe essere contenuta grazie al basso indebitamento delle famiglie, alla riduzione di quello delle imprese, alla limitata esposizione degli intermediari finanziarie e all'elevata vita media residua del debito pubblico (maggiore di sette anni). E' cruciale, per�, che le condizioni sui mercati finanziari si mantengano favorevoli.
"La crisi � stata molto pi� profonda e lunga di tutte quelle passate; la ripresa � pi� lenta che in altre occasioni: in cinque anni il prodotto ha recuperato solo la met� dei nove punti percentuali persi durante la doppia recessione."
La crescita dell'economia italiana �, comunque, inferiore di circa un punto da quella media degli altri paesi dell'area cos� come la dinamica di produttivit� del lavoro � insufficiente (nel 2017 meno della met� di quella del resto dell'area). Le tendenze demografiche prefigurano, inoltre, una riduzione della popolazione in et� attiva e un aumento di quella anziana nei prossimi anni.

Le questioni strutturali

I punti dolenti sono rappresentati, in particolare modo, dalle inefficienze e i ritardi delle amministrazioni pubbliche e della giustizia civile. Si aggiungono: le inadeguate regole di entrata e dell'uscita delle imprese dal mercato, i limiti alla concorrenza, i fenomeni di illegalit�, l'elevata tassazione dei fattori della produzione, l'insufficienza degli investimenti nell'innovazione, nella ricerca e nel capitale umano.
Il ristagno di produttivit� in Italia, negli ultimi venti anni, � soprattutto il risultato di una struttura economica frammentata da piccole imprese, in media poco patrimonializzate e spesso poco propense a crescere. La numerosit� � molto pi� elevata di quella di altri paesi avanzati con una produttivit� inferiore sia ad aziende italiane pi� grandi, ma anche quelle straniere di analoga dimensione.
In aumento, ma ancora bassa nel confronto internazionale, la capacit� della nostra economia di impiegare risorse ed energie nelle iniziative pi� produttive. Nascono, comunque, imprese innovative e si rafforzano quelle che hanno saputo ricollocarsi verso una nuova crescita (le pi� efficienti sono le esportatrici).
I ritardi in termini di conoscenza e di competenze degli studenti e degli adulti italiani, dal confronto internazionale, riflettono bassa produttivit� e l'insufficiente capacit� di innovare. La qualit� del capitale umano diviene rilevante nella prospettiva di una crescente diffusione delle nuove tecnologie e, quindi, della conseguente minore domanda di lavoro per attivit� standardizzate e ripetitive.
La lunga crisi ha accentuato il disagio sociale. L'Istat ha rilevato che negli ultimi dieci anni la quota delle famiglie che vivono in condizioni di povert� assoluta � quasi raddoppiata, giungendo a sfiorare il 7% (pi� alta nel Mezzogiorno) ed � peggiorata la posizione dei giovani rispetto a quella degli anziani.
"Le risorse rese disponibili con l'avvio del reddito di inclusione, uno strumento di reddito minimo, consentono di coprire circa il 40 per cento delle famiglie in povert� assoluta. Nel procedere a un suo rafforzamento, o all'adozione di altri provvedimenti, oltre a evitare di scoraggiare la ricerca di un lavoro regolare, bisogner� prestare attenzione alle conseguenze sui conti pubblici."

La finanza pubblica

Due sono i piani complementari dell'intervento pubblico. Il primo concerne gli aspetti normativi e regolamentari, l'organizzazione e la gestione delle amministrazioni; il secondo, il reperimento di risorse da utilizzare per le infrastrutture, ai servizi pubblici e alle misure di natura redistributiva.
Nel 2017 il debito pubblico italiano era pari a quasi il 132% del P.I.L., superando di oltre 50 punti percentuali quello medio del resto dell'area dell'euro.
Questa situazione scoraggia gli investimenti, alimenta l'incertezza e causa il ricorso a forme di tassazione distorsiva, riducendo le disponibilit� per le politiche sociali e di stabilizzazione macroeconomica. Per coprire il fabbisogno annuo ci si espone verso i mercati finanziari con i titoli di Stato (da rifinanziare complessivamente per circa 400 miliardi all'anno).
Per tornare ad un rapporto al di sotto del 100% tra debito pubblico e PIL, si dovrebbe sviluppare un avanzo primario graduale tra il 3 e il 4% del prodotto e pi� rapidamente con l'adozione di riforme strutturali per sostenere la crescita abbattendo, anche, i tassi di copertura per il rischio dei rendimenti dei titoli pubblici italiani.
"Il calo della spesa per investimenti pubblici dura quasi ininterrottamente dal 2010. Vi hanno influito, oltre alla limitata disponibilit� di risorse finanziarie, anche le inefficienze e la lentezza del processo di selezione e realizzazione delle opere. Pi� recentemente gli investimenti possono aver risentito di difficolt� di adattamento al nuovo codice dei contratti pubblici; l'importo complessivo dei bandi per opere pubbliche � tuttavia tornato a crescere lo scorso anno. Ma occorre ancora lavorare sui tempi e sulla complessit� delle procedure."
La spesa sociale (previdenza e sanit�) � aumentata per effetto dall'invecchiamento della popolazione (allungamento della vita media) e relativa spesa pensionistica da cui la necessit� di definire il rapporto tra i contributi versati e l'entit� e la durata della pensione.

Il settore finanziario

L'industria finanziaria internazionale � interessata da un vasto processo di trasformazione e il ruolo delle banche nel finanziamento dell'economia si � ridotto (aumento del mercato dei capitali e di operatori non bancari).
"Il rapido sviluppo della tecnologia sta aprendo i mercati del credito e dell'intermediazione alla concorrenza di nuovi operatori, sia nelle economie avanzate sia nei paesi emergenti. Gi� oggi numerose imprese "fintech" offrono servizi innovativi e a basso costo nel comparto dei pagamenti elettronici, nella gestione del risparmio e nell'intermediazione mobiliare. Le maggiori imprese tecnologiche internazionali stanno inoltre facendo ingresso nel mondo del credito e della finanza."
Lo sviluppo, per�, dell'intermediazione non bancaria, se non adeguatamente controllato, pu� costituire una fonte di rischio.
Un pi� ampio accesso alla finanza di mercato � possibile soprattutto per le imprese pi� grandi. Per le imprese di pi� piccola dimensione il credito bancario � tuttavia destinato a rimanere il canale principale di finanziamento. Con l'inasprimento delle misure prudenziali sui prestiti deteriorati, le necessit� finanziarie delle imprese vanno sostenute dalle banche con procedure di valutazione del merito creditizio sfruttando le potenzialit� offerte dalle nuove tecnologie. Per rendere pi� agevole l'accesso al credito delle piccole e medie aziende bisogner� continuare a favorirne il rafforzamento patrimoniale.
"Ridurre l'incidenza del debito pubblico e, contemporaneamente, sospingere l'attivit� economica � difficile ma non impossibile".

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