Data: 06/07/2018 17:00:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax � Tempi duri per i richiedenti asilo. Saranno previsti maggiori controlli riguardo il permesso di soggiorno umanitario. A stabilirlo � la circolare del ministero dell'Interno che � stata recapitata alle prefetture italiane e ai responsabili delle commissioni per il riconoscimento delle tutele internazionali.

Un'attivit� che si completa, come ha specificato il ministro dell'Interno Matteo Salvini, con lo spostamento di 42 milioni dei fondi per l'immigrazione dall'accoglienza alla voce rimpatri. Dalla rigidit� del provvedimento restano esclusi donne incinte, bambini e rifugiati che potranno rimanere nel nostro Paese.

Migranti, tempi duri per i richiedenti asilo

Secondo i dati dei permessi di soggiorno presentati da Salvini essi sono quattro volte pi� numerosi rispetto a quelli relativi allo status di rifugiato: dunque 28% contro 7% per il 2017. Ricorda il vice premier come il permesso di soggiorno per motivi umanitari � concesso in una serie di ipotesi �collegate allo stato di salute, alla maternit�, alla minore et�, al tragico vissuto personale, alle traversie affrontate nel viaggio verso l'Italia, alla permanenza prolungata in Libia, per arrivare a essere uno strumento premiale dell'integrazione�.

Dunque, in molti casi finora, il permesso di soggiorno � stato concesso a un gran numero di persone che, anche in base alla normativa europea sul diritto d'asilo, non avevano, al momento dell'ingresso in Italia, i requisiti per la protezione internazionale e �permangono sul territorio con difficolt� d'inserimento e con consequenziali problematiche sociali che, nel quotidiano, involgono anche motivi di sicurezza�. Avvertiti dunque i collegi per il riconoscimento del diritto d'asilo sulla necessit� di tirare il freno a mano riguardo �all'esame delle circostanze di vulnerabilit� degne di tutela che, ovviamente, non possono essere riconducibili a mere e generiche condizioni di difficolt�.

Il primo passo della nuova regolamentazione comporta la riduzione dei tempi per l'esame delle istanze, connesso alla permanenza nei centri di accoglienza; i lunghi tempi di attesa infatti, oltre ad essere lesivi dei diritti di chi fugge da guerre o persecuzioni, non consentendo un rapido riconoscimento della protezione internazionale, comportano rilevanti oneri a carico dell'Erario. I 50 collegi valutativi, ubicati nelle diverse realt� territoriali, per questo motivo dovranno lavorare a ritmo continuativo (cinque giorni a settimana).


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