Data: 16/07/2018 15:00:00 - Autore: Gabriella Lax

di Gabriella Lax � Con un limite massimo di 12 giornate festive da utilizzare, il Governo pensa a rimodulare le norme sulla liberalizzazione delle aperture dei negozi, fortemente voluta nel 2011 dal Decreto Salva Italia. Da qui l'allarme delle associazioni dei commercianti, secondo le quali questa novit� potrebbe mettere avere gravi ricadute su ricavi ed occupazione.

Negozi aperture contingentate, la proposta Crippa

La proposta di legge sulle aperture contingentate � stata presentata dal sottosegretario allo Sviluppo economico Davide Crippa (M5S). L'ispirazione viene dal cosiddetto "modello Modena", cittadina dove dal 2015 i commercianti hanno adottato un codice comportamentale che prevede chiusure nelle festivit� e turni a rotazione nelle domeniche.

Negozi chiusi la domenica, 400mila posti di lavoro a rischio

E' Mario Resca, presidente di Confimprese a chiarire come �le aziende saranno costrette a licenziare e l'intero comparto perderebbe il 10% del fatturato: in 400mila rischierebbero il posto di lavoro�. Dell'avviso contrario � invece Federdistribuzione (centri commerciali, grandi e piccoli supermercati) che riporta i dati delle persone, circa 12 milioni che, nel nostro Paese, comprano di domenica. Lo shopping nel giorno festivo per eccellenza, secondo Federdistribuzione �fa parte delle abitudini ormai, tornare indietro sarebbe un danno per tutti, in una fase tra l'altro in cui l'e-commerce cresce a doppia cifra e le vendite al dettaglio sono in calo (-0,2% nei primi sei mesi del 2018, secondo Istat)�.

Le associazioni dei commercianti chiedono un confronto con il ministro del Lavoro Luigi Di Maio per trovare una soluzione condivisa che non scontenti nessuno: commercianti, lavoratori e consumatori.

Per Enrico Postacchini, delegato per le Politiche del commercio di Confcommercio � positiva la ricerca di una regolamentazione perch�, afferma, �Dopo tanti anni di deregolamentazione totale, siamo favorevoli ad una reintroduzione di una regolamentazione minima, quindi s� al ridare la competenza a Regioni e Comuni e s� alla deroga per i centri turistici�. La Coop chiede un tavolo di confronto al governo per trovare �serve un nuovo equilibrio tra le esigenze dei consumatori e quelle dei lavoratori�. Mentre l'Associazione nazionale cooperative dettaglianti (Ancd/Conad) si dice nettamente contraria all'ipotesi della riforma, che rappresenterebbe un passo indietro.


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